(ANSA) - MILANO, 23 MAG - Sono oltre 5000 le imprese lombarde
ad alto rischio di infiltrazione mafiosa, con una crescita dei
provvedimenti interdittivi che raggiunge quasi il 30%.
Le imprese confiscate in via definitiva in Lombardia sono
248, pari all'8,4% del totale nazionale, la maggior parte
concentrate nella provincia di Milano (178 imprese confiscate,
di cui 143 registrate nel comune meneghino), seguita dalle
province di Monza e Brianza e Varese (19 e 12 imprese
confiscate).
I numeri sono stati presentati in occasione della Giornata
della Legalità e del 32esimo anniversario della Strage di
Capaci, durante una seduta della commissione regionale
Antimafia, dove è stata illustrata una ricerca di PoliS
Lombardia realizzata da Transcrime.
Complessivamente, per numero di procedure di gestione in capo
all'Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione
dei beni sequestrati e confiscati, la Lombardia è seconda solo a
Sicilia e Campania.
I settori più 'aggrediti' dalla criminalità sono
prevalentemente quelli dell'immobiliare (21,8%), delle
costruzioni (19%), del commercio all'ingrosso e al dettaglio
(15,7%) e della ristorazione (13,7%).
La vulnerabilità dell'economia lombarda, secondo il report
di Transcrime, è confermata anche dalle statistiche del
riciclaggio di denaro: la Lombardia registra il numero più alto
di segnalazioni ricevute (circa 27mila nel 2022, poco meno del
20% del totale nazionale).
La criminalità si è introdotta nelle imprese del gioco
d'azzardo legale, nelle discoteche e nei locali notturni e nelle
società sportive, con crescenti interessi anche per il settore
sanitario, per gli appalti pubblici, e per i servizi funebri e
cimiteriali, particolarmente ambiti dalla 'ndrangheta.
Anche il sistema fieristico lombardo, si legge nel documento,
non è sfuggito al trend: "Per le opere di Expo 2015 sono stati
emessi 98 provvedimenti interdittivi antimafia per un totale di
67 imprese sospettate". (ANSA).
In Lombardia 5mila imprese a rischio di infiltrazione mafiosa
La ricerca, immobiliare e costruzioni i settori più 'aggrediti'