Lombardia

Fossili raccontano fine era glaciale di 300 milioni di anni fa

Studio a cui ha partecipato anche la Statale di Milano

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 11 GEN - I fossili raccontano la fine di un'era glaciale 300 milioni di anni fa. Un team internazionale di scienziati, tra cui ricercatori dell'Università Statale di Milano, della Sapienza Università di Roma e dell'Università di St. Andrews in Scozia, ha preso in esame la glaciazione del tardo Paleozoico e il suo declino, seguito da un considerevole aumento delle temperature, per comprendere meglio l'attuale emergenza climatica.
    I risultati di questo studio, pubblicati sulla rivista internazionale Nature Geoscience, ricostruiscono per la prima volta i livelli atmosferici di CO2 lungo un arco temporale di 80 milioni di anni.
    La dello studio è stata quella di sviluppare metodologie in grado di risalire a un intervallo compreso tra 340 e 260 milioni di anni fa. Sono stati presi in oggetto i fossili brachiopodi, invertebrati marini con una conchiglia costituita da carbonato di calcio, molto abbondanti durante il Paleozoico e tutt'ora rappresentati da alcune specie viventi. Dalle analisi è emerso come i livelli di CO2 fossero intimamente connessi all'evoluzione della glaciazione e alla sua fine. I ricercatori hanno infatti misurato bassi livelli di anidride carbonica concomitanti alla formazione di estese calotte polari.
    Viceversa, l'incremento di CO2, che fu il prodotto di un'intensa attività vulcanica, è risultato contemporaneo a una riduzione globale dei ghiacciai e a un incremento della temperatura superficiale media degli oceani fino a 4 gradi centigradi. E oggi, proprio come è avvenuto 300 milioni di anni fa, il riscaldamento dell'atmosfera, causato dall'aumento della presenza di CO2 e di gas metano, ha innescato una evidente riduzione dei ghiacciai e delle calotte polari.
    "I fossili e le caratteristiche geochimiche dei loro resti sono una preziosa fonte di informazioni, che ci permette di ricostruire il clima e gli ambienti in cui questi organismi sono vissuti, anche nel tempo profondo, e confrontare questi dati con i cambiamenti attualmente in atto" afferma Lucia Angiolini, docente del Dipartimento di Scienze della Terra Ardito Desio dell'Università degli Studi di Milano. (ANSA).
   

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