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Milano, ecco com'era 'Piazza Duomo prima del Duomo'

Il libro illustra le vicende millenarie del complesso episcopale

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 15 DIC - (A cura di SILVIA LUSUARDI SIENA, FILIPPO AIROLDI, ELENA SPALLA - "PIAZZA DUOMO PRIMA DEL DUOMO", SILVANA EDITORIALE, PP 896, EURO 66,50).
    Piazza Duomo, a Milano, ha conosciuto imponenti trasformazioni. E sono stati soprattutto gli scavi che tra il 1870 e la fine dello scorso secolo hanno interessato l'area a far conoscere, sia pure per frammenti, l'evoluzione di questo spazio centrale della Milano antica e medievale.
    A farci ripercorre ora le vicende millenarie del complesso episcopale milanese prima che la piazza assumesse l'aspetto attuale è il volume "Piazza Duomo prima del Duomo" (SilvanaEditoriale), presentato oggi all'Università Cattolica.
    Un testo che ricostruisce l'assetto antico della piazza grazie all'analisi di testimonianze archeologiche frutto di scavi condotti anche per la costruzione di condutture fognarie, di un rifugio antiaereo nel 1943 e delle stazioni delle linee 1 e 3 della metropolitana.
    La piazza fu occupata dalla fine del IV secolo d.C. da prestigiosi edifici di culto, oggi quasi dimenticati e in gran parte scomparsi, appartenenti al complesso episcopale: due cattedrali paleocristiane (IV - V secolo) con i rispettivi battisteri e altri annessi.
    Della cattedrale invernale di Santa Maria Maggiore, si conoscono poche strutture, individuate sotto il Duomo che ne ha quasi completamente cancellato le tracce. La basilica era affiancata a nord da una torre /campanile di forma ottagonale, abbattuta da Federico Barbarossa nel 1162 e ricostruita da Azzone Visconti nel 1333, che collassò definitivamente pochi anni dopo.
    La grande cattedrale estiva di Santa Tecla, a cinque navate, lunga circa 80 metri, occupava invece buona parte dell'attuale piazza e dopo incendi e ricostruzioni venne sacrificata nel 1465 per l'avanzamento del cantiere del Duomo. Ne restano porzioni visibili dal mezzanino della metropolitana e dall'area archeologica sotto il sagrato del Duomo.
    I due antichi battisteri, nei quali si praticava il rito di iniziazione cristiana per immersione orizzontale, erano dotati di un'ampia piscina di forma ottagonale. Del primo, intitolato a Santo Stefano alle Fonti, resta solo parte della vasca con il fondo rivestito da lastre marmoree disposte a croce. Del secondo battistero, San Giovanni alle Fonti, fondato da Ambrogio e anch'esso visitabile nell'area archeologica, si conserva il perimetrale ottagonale, la grande vasca e la porzione inferiore dell'alzato. È qui che, nel 387, il vescovo Ambrogio battezzò Agostino.
    "Perché tutto questo - si domandano i curatori del volume - è andato distrutto e solo poche tracce del complesso episcopale sono ora visitabili nell'area archeologica sotto il sagrato del Duomo? La risposta va cercata nella storia più recente della città, segnata in particolare dagli anni drammatici della Seconda guerra mondiale e dalle esigenze di ricostruzione e dallo sviluppo urbanistico seguito al boom economico".
    Nella primavera del 1943, la decisione di costruire proprio al centro della piazza un rifugio antiaereo determinò la necessità di uno scavo profondo oltre 9 metri. Fu Alberto de Capitani d'Arzago, noto archeologo milanese e professore presso la Regia Università degli Studi di Milano e per un breve periodo anche presso l'Università Cattolica, a comprendere la portata storica e l'importanza archeologica dei resti che emergevano dal sottosuolo e a documentare quanto tornava in luce prima che la situazione di emergenza ne causasse la definitiva distruzione.
    Fu allora "salvato il salvabile" ovvero una piccolissima porzione delle absidi di Santa Tecla e del San Giovanni alle Fonti, ma fu necessario demolire buona parte della cattedrale sopravvissuta per oltre 1000 anni".
    Grazie all'interessamento del cardinale Giovanni Battista Montini, dal 1963 papa Paolo VI, fu possibile restituire ai milanesi almeno i resti del battistero e dell'abside di Santa Tecla e inaugurare nel settembre del 1968 un percorso di visita che, rinnovato nel 2009, viene ora illustrato con oltre 1.500 immagini nel volume. (ANSA).
   

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