Una vicenda drammatica e dai contorni ancora oscuri ha scosso questa mattina la piccola comunità di Sassoferrato, un paese nell'entroterra anconetano dove un imprenditore di 76 anni, Corrado Cesauri, titolare dell'azienda Dam, che produce distributori automatici, si è puntato una pistola al petto mentre era nell'auto del figlio, parcheggiata davanti alla fabbrica, e ha fatto fuoco. Lo sparo è stato sentito proprio dal figlio, che insieme a un'altra persona ha subito soccorso l'imprenditore. Trasportato dapprima nell'ospedale di Fabriano e poi in quello regionale di Torrette, ad Ancona, Cesauri è morto poco dopo per la gravità delle lesioni riportate. I motivi del gesto, al vaglio dei carabinieri di Fabriano coordinati dal capitano Benedetto Iurlaro, andrebbero ricercati nella sfera strettamente privata dell'uomo. Certamente non sono di natura economica, perché l'azienda è florida, né di salute. Cesauri non era depresso, ma da quel che trapela dalle indagini sembra che da qualche giorno fosse tormentato da un problema di natura personale. Secondo alcune voci, aveva ricevuto una citazione in tribunale per una causa civile, ma non si sa se fosse questa all'origine del suo cruccio. In ogni caso, la decisione di uccidersi non sarebbe maturata nel tempo, ma potrebbe essere stata dettata da un impulso, da un momento di disperazione, che lo avrebbe colto nelle ultime ore. Sta di fatto che questa mattina, intorno alle 9, l'imprenditore si è chiuso nell'auto e si è sparato. Non avrebbe lasciato biglietti per spiegare ai familiari il perché. L'uomo era molto conosciuto a Sassoferrato, per via anche del suo lavoro, che lo metteva a contatto con il pubblico, anche se con l'avanzare dell'età aveva passato al figlio la gestione dei distributori e quindi i rapporti diretti con i clienti.
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