Se fosse un ciclista, il neo presidente delle Marche Luca Ceriscioli (centrosinistra) sarebbe un passista-scalatore. Escluso in un mare di polemiche dalla corsa alla segreteria regionale del Pd perché era ancora sindaco, si è preparato per le primarie, che ha vinto con il 52,53% dei voti, quando ancora nel partito tutti speravano di evitarle: alla resistenza sulla lunga distanza ha associato la scalata dell'ultimo tratto, e adesso, a 49 anni, si insedia a Palazzo Raffaello. Dopo aver fatto per 10 anni, dal 2004 al 2014, il sindaco di Pesaro per poi tornare a insegnare matematica all'Istituto tecnico industriale di Urbino.
Il 'prof.', da poco in aspettativa, è nato a Pesaro il 15 marzo del 1966. E' sposato con la compagna di sempre, Lara, e ha due figli, Matteo, di 16 anni, e Giulia, di 19. E' un cattolico senza esperienze di associazionismo alle spalle, e pure nel Pds, Ds e Pd, e ci tiene a dirlo, non ha mai fatto parte di alcuna corrente. Da renziano, ha impostato la campagna per le elezioni proponendosi come ''il sindaco delle Marche'', un presidente ''vicino ai territori, capace di un dialogo costruttivo con le realtà locali, per mettere le Marche al centro dell'Italia che cambia''. Capacità di ascolto e curiosità sono le sue caratteristiche migliori, dicono i sostenitori, ma anche se Ceriscioli non ama la polemica e lo scontro acceso c'è chi invita a non sottovalutarne la determinazione, e il 'pugno di ferro' mostrato, ad esempio, nella riorganizzazione della macchina comunale quando era sindaco. Il suo 'grande elettore' è stato il vice presidente nazionale del Pd Matteo Ricci, e Matteo Renzi è venuto a chiudere la campagna elettorale del professore.
Un tour de force di 471 incontri dal nord al sud delle Marche, con un'auto ''sfasciata'' per i troppi chilometri fatti.
Look informale (ma indossa uno smartwatch) il governatore è appassionato di montagna e di basket. E' stato segretario del Pd di Pesaro, assessore al Territorio, presidente del Rossini Opera Festival e della Mostra del Nuovo Cinema.