Occultamento e vilipendio di cadavere. Sono queste le sole accuse per cui il gip di Macerata Giovanni Maria Manzoni ha convalidato il fermo di Innocent Oseghale nell'inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro.
Il giudice, confermano fonti giudiziarie, ha ritenuto non vi fosse fosse prova certa per sostenere l'addebito di omicidio per il quale Oseghale resta indagato. Un altro pusher nigeriano è invece indagato per la cessione di eroina alla 18enne il cui cadavere smembrato è stato trovato in due trolley.
"Pamela ha avuto una crisi da overdose e io sono scappato". Dopo aver inizialmente smentito ogni coinvolgimento, riferiscono fonti della Procura di Macerata, lo avrebbe detto Oseghale ai magistrati. Il nigeriano non ha ammesso alcuno degli addebiti contestati - omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere - neanche lo smembramento del corpo. Le condizioni della salma non hanno permesso sinora di accertare le cause del decesso. Per sapere com'è morta Pamela si dovranno attendere i responsi degli esami tossicologici che il perito Rino Froldi sta svolgendo nell'ambito degli accertamenti autoptici del medico legale Antonio Tombolini.
I carabinieri del Ris sono tornati più volte nell'appartamento di Oseghale per sequestrare vari oggetti tra cui i vestiti della ragazza sporchi di sangue, grossi coltelli da cucina e una piccola mannaia. Prelevati anche dispositivi elettronici che verranno esaminati dal consulente informatico della Procura per tracciare i movimenti del nigeriano arrestato. I carabinieri stanno ricostruendo anche il percorso fatto dalla 18enne da Corridonia a Macerata: un 45enne della zona, individuato sulla base dei filmati girati dalle telecamere di sistemi di sicurezza e sentito dagli investigatori, le ha dato un passaggio subito dopo che Pamela si era allontanata dalla comunità il 29 gennaio. Si è intrattenuto con lei in cambio di denaro, prima di lasciarla alla stazione ferroviaria di Piediripa.