Aveva fatto di tutto per salvare l'azienda di famiglia che
produceva scarpe per bambini ed adolescenti di marchi
prestigiosi. Per far fronte alla mancanza di liquidità, per la
crisi del 2010, aveva pure prelevato dal patrimonio personale 9
milioni di euro, somma che aveva scelto, però, di usare non per
saldare i debiti con il fisco, ma per un piano di rilancio
imprenditoriale nella speranza di non chiudere e in un secondo
momento di regolare i conti con l'erario.
Non pagò Iva per salvare azienda,assolto
Usò fondi per rilanciare ditta di scarpe bimbi, poi fallita