Ergastolo con isolamento diurno per 18 mesi per Innocent Oseghale, 30enne pusher nigeriano condannato per omicidio, occultamento di cadavere - mentre la violenza sessuale è stata assorbita dalle aggravanti - per la morte di Pamela Mastropietro, 18 anni, romana, il cui cadavere fatto a pezzi fu trovato in due trolley sul ciglio della strada a Pollenza il 31 gennaio 2018. E' la sentenza emessa dai giudici della Corte d'Assise di Macerata dopo oltre cinque ore di camera di consiglio.
Prima di leggere la sentenza il presidente della Corte d'assise Roberto Evangelisti aveva raccomandato silenzio. Ma quando ha pronunciato la parola "ergastolo" ci sono state grida di giubilo e applausi, che si sono subito smorzati ad un'occhiata di Evangelisti
"Avevamo chiesto l'ergastolo ed ergastolo è stato". E' il primo commento del procuratore di Macerata Giovanni Giorgio dopo la sentenza pronunciata dalla Corte d'assise di Macerata nei confronti di Innocent Oseghale per la morte di Pamela Mastropietro. Giorgio ha ringraziato i collaboratori della Procura, i magistrati, gli avvocati, anche quelli della difesa. "E' stato un lavoro duro - ha aggiunto - c'è stata tanta pressione mediatica, ma noi abbiamo cercato sempre di tenere i piedi per terra". Il procuratore ha citato anche un altro processo complesso: quello di Luca Traini, l'autore dei raid a colpi di pistola contro i migranti per 'vendicare' Pamela condannato a 12 anni di carcere pochi mesi fa. La vicenda Oseghale comunque non è finita, "questa è solo una prima tappa, probabilmente ci sarà un ricorso in appello e forse la Cassazione...".
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