(ANSA) - ANCONA, 29 GEN - Furti e spaccio in diminuzione ma
salgono i maltrattamenti in famiglia. L'effetto pandemia si
riversa anche nei reati e nei processi penali rimasti bloccati
per due mesi, nella prima fase, tanto che nel primo semestre
2020 se ne sono tenuti il 30% in meno (meno del 10% invece nel
civile). Emerge dalle anticipazioni fatte dal presidente della
Corte di Appello Luigi Catelli e dal procuratore generale Sergio
Sottani in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario
che si terrà domattina in forma ristretta (cerimonia di un'ora a
partire dalle 10.30 nell'aula Amato di Palazzo di Giustizia e
senza autorità). "Il periodo di emergenza pandemica ha impattato
anche sulla giustizia - ha osservato Catelli -, c'è stata la
percezione di blocco totale e così è stato infatti dal 9 marzo
all'11 maggio, per un decreto ministeriale che ha bloccato tutti
i processi tranne quelli urgenti e con detenuti. La
preoccupazione principale era stato mettere in sicurezza gli
uffici oltre che mandare avanti la giurisdizione". Il
procuratore generale Sottani ha sottolineato come l'emergenza
sanitaria abbia inciso sulla attività giudiziaria. "L'obbligo di
stare a casa ha indirettamente cagionato la diminuzione dei
reati contro il patrimonio, in particolare i furti, dove si
registra un -24%, e per quelli in abitazione -37%. In flessione
anche lo spaccio da strada, adesso lo fanno dentro le case.
Preoccupano i reati legati alla prevenzione degli infortuni sul
lavoro: quelli di omicidio colposo sono passati da 8 a 19, un
+138%. Nel primo semestre 2020 sono aumentati anche i reati
informatici, quasi dell'80% e quelli per illecita erogazione dei
fondi statali, +63%, collegati alle zone terremotate (per i
contributi di autonoma sistemazione, Cas). I maltrattamenti in
famiglia hanno subito un aumento del 49%, nessuna variazione per
lo stalking che registra una lieve flessione". (ANSA).
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