"Nella guerra al Covid dobbiamo essere tutti partigiani e responsabili. Per sconfiggere la pandemia c'è una sola arma, la vaccinazione".
In quella stanza c'è gran parte della sua storia, che lo vide partigiano sul finire della Seconda Guerra Mondiale e poi protagonista anche nella tragedia di Marcinelle, in Belgio, dove si era trasferito per lavorare nelle miniere. Giacca blu e fazzoletto tricolore con lo stemma dell'Anpi al collo, Maffeo, a pochi giorni dalla ricorrenza del 25 aprile, alterna i racconti degli anni della guerra, a quelli dei giorni in cui si trovò a fare da interprete tra le famiglie italiane, che avevano perso i propri cari nella miniera, e le autorità locali belghe. "Sono stato partigiano per 11 mesi tra Pesaro, Jesi e Fano, tante volte rischiai di essere fatto prigioniero. Adesso - dice - siamo tutti chiamati a vivere un nuovo conflitto mondiale, contro il coronavirus. Non mi sarei mai immaginato di vivere tutto questo a 96 anni". "Se vogliamo sconfiggere questo virus dobbiamo sentirci tutti partigiani, ognuno è chiamato a fare il suo dovere di cittadino", rimarca con voce alta Marinelli, rivolgendosi in particolare ai giovani: "se vogliamo sconfiggere il Covid non c'è altra strada, io lo dico a tutti, anche ai miei nipoti". Ai politici invece raccomanda "di essere meno egoisti".
Partigiano, vaccini unica arma per guerra al Covid
A 96 anni Maffeo Marinelli ha ricevuto prima dose di Moderna