(ANSA) - ANCONA, 28 OTT - Secondo i dati forniti dall'Inps ed
elaborati dall'Ires Cgil, nelle Marche i lavoratori stranieri
(extracomunitari con regolare permesso di soggiorno e persone
nate nei paesi comunitari) sono quasi 88mila e nel 2019 hanno
rappresentato il 13,6% del totale dei lavoratori del settore
privato: 3,9% del totale, mentre gli extracomunitari
rappresentano il 9,7%. L'incidenza dei lavoratori stranieri è
maggiore nei rapporti subordinati, dove si attesta al 15,9%
(contro l'8,3% degli autonomi). In modo particolare, la presenza
relativa degli stranieri rispetto al totale dei lavoratori è più
elevata nel lavoro domestico (61,1%) e nel settore privato
agricolo (29,9%). Rispetto al 2010, i lavoratori stranieri sono
diminuiti di circa 2 mila unità (-2,2%): in particolare, i
lavoratori domestici (-5 mila unità); dall'altra parte, invece,
aumentano gli stranieri autonomi, soprattutto per effetto della
crescita dei commercianti, i quali crescono di 1.309 unità
(+32,3%). La distribuzione per qualifica mostra che l'85,4% dei
lavoratori stranieri del settore privato non agricolo ha una
qualifica di operaio, mentre solo l'8,2% di impiegato. Per quel
che riguarda le retribuzioni, nel 2019 i lavoratori stranieri
dipendenti hanno percepito una retribuzione media lorda annua di
13.084 euro, +23,5% rispetto al 2010. Tuttavia, restringendo il
campo al settore privato non agricolo, differenza tra le
retribuzioni dei dipendenti stranieri e quelle degli italiani, i
primi percepiscono 5.619 euro annui in meno dei lavoratori
italiani, - 27,8%. "Le condizioni di vita e di lavoro dei
migranti sono troppo spesso critiche, segnate da maggiore
precarietà, insicurezza e insalubrità, bassi salari e
collocazione nei livelli inferiori dell'inquadramento. Il tutto
senza contare le situazioni di sfruttamento e irregolarità",
commenta Rossella Marinucci, segreteria Cgil Marche. (ANSA).
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