"Gli angeli hanno il volto dei medici, degli infermieri e di tutto il personale sanitario che da due anni è chiamato a fronteggiare quotidianamente i casi Covid. Fanno turni massacranti senza alcuna lamentela e la loro dedizione è assoluta sia verso i pazienti vaccinati che non": a dirlo all'ANSA è Andrea Bagnarelli, 46 anni di Ancona, che con il virus ha dovuto combattere a inizio gennaio e che ora, passati quei brutti momenti, ringrazia tutti i sanitari, nominandoli uno ad uno, dai medici agli infermieri, dagli operatori sociosanitari agli addetti delle pulizie.
"Una volta ricoverato all'ospedale di Torrette - racconta emozionato - mi sono trovato davanti delle persone meravigliose che non si risparmiano un secondo. Per tanti giorni sono stati la mia famiglia e non dimenticherò mai la dottoressa che, come fa una madre col proprio figlio, mi si avvicinò e prendendomi per un braccio mi consigliò come posizionarmi sul letto in modo da aiutare i miei polmoni, già piuttosto in difficoltà e quali parametri dovevo monitorare sulle strumentazioni che mi circondavano e che mi aiutavano a rimanere vivo".
Andrea, impiegato in un cantiere navale e delegato sindacale della Fiom, spiega: "per paura di eventuali effetti collaterali non mi ero vaccinato, anche se non mi ritengo assolutamente un no vax". In ospedale, riferisce ancora Andrea, "ho visto anche pazienti vaccinati con tre dosi in condizioni peggiori delle mie".
Il calvario di quest'uomo, marito e padre di due bambini, inizia lo scorso 9 gennaio con un semplice tampone rapido, utile per ottenere il green pass per accedere al lavoro. L'esito è 'positivo'. Poi arrivano i sintomi e il ricovero in Malattie infettive. Bagnarelli ha scritto una lunga lettera per ripercorrere la sua storia e soprattutto per ringraziare i medici e sanitari che lo hanno assistito. Quando ha scoperto di essere positivo, ricorda, "non avevo sintomi, si sono manifestati soltanto un paio di giorni dopo con mal di testa e febbre a 37,5. A far precipitare le cose e richiedere il trasferimento in ospedale era stata la saturazione con i valori che scendevano rapidamente". Il suo medico di base, la dott. ssa Giulia Cantarelli, considerati i parametri di saturazione, allertò l'Unita speciale di continuità assistenziale (Usca) che intervenne subito a casa di Andrea, con le dottoresse Camilla Faragona e Chiara Cardinali. Dopo ecografia, analisi del sangue, una visita generale, la verifica di valori molto bassi, la richiesta di intervento dell'ambulanza per il trasporto al Pronto soccorso ospedale di Torrette. Poi il ricovero in Malattie infettive. "Una volta giunto nel reparto di Malattie Infettive - dice ancora - sono entrato in contatto con quel mondo di cui avevo sentito parlare per due anni alla tv, alla radio e sui giornali. E' stato in questo preciso momento - spiega Andrea - che ho capito chi fossero gli angeli che lavorano negli ospedali e in generale nella nostra sanità". Andrea li nomina uno ad uno. "Di tutti non ricordo il nome di battesimo e quindi mi limito - sottolinea - a ricordarli solo per cognome, vale a dire: Riva, Marigliano, Del Gobbo, Mataloni, Castelletti, Staffolani, Campanario, Chiaramoni, Cimatti, Donati, Lencinella, Mataloni Paggi, Tavio, Marucci, Faragona, Cardinali e infine la mia dottoressa Cantarelli". "Senza il loro supporto e di tutti quelli che lavorano nei reparti, comprese le persone che pensano alle pulizie - conclude Andrea - forse non ce l'avrei fatta a superare una prova così dura".(ANSA).
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