(ANSA) - ASCOLI PICENO, 24 FEB - La "guerra in Ucraina è un
dramma umano ed economico", da "sanzioni, blocco di ordini e
conti correnti, a rischio aziende e posti di lavoro". Così
Valentino Fenni, presidente dei calzaturieri di Confindustria
Centro Adriatico e vicepresidente nazionale di Assocalzaturifici
che ricorda: "La Russia è uno dei mercati più importanti: 3
milioni di paia di scarpe italiane acquistate, per un volume di
fatturato di 220 milioni.
"Questi i numeri italiani, - aggiunge Fenni - il nostro
distretto è per l'Ucraina il primo fornitore, praticamente una
scarpa su tre arriva dal Fermano-Maceratese. E così per la
Russia, con le Marche al primo posto con il 29,8% di calzature
italiane, prezzo medio di 68 euro al paio. La provincia di Fermo
- riferisce ancora Fenni - è da sempre la prima fornitrice di
calzature italiane in Russia, 45 milioni di export (primi nove
mesi 2021)". Sono a rischio, ovviamente, gli appuntamenti
fieristici organizzati per marzo in Kazakistan, in aprile a Kiev
e l'Obuv (Fiera internazionale calzature e cuoio) a Mosca.
Timore anche per le nuove sanzioni alla Russia. "Se verranno
bloccati i conti correnti dei russi, chi pagherà le scarpe
ordinate - si chiede il presidente dei Calzaturieri di
Confindustria Centro Adriatico -. Il rischio è di perdere di
nuovo due stagioni". Preoccupano gli imprenditori anche le
ripercussioni per il Micam. Si teme un impatto molto alto su
imprese e posti di lavoro. "Lavorare in queste condizioni -
conclude - è difficilissimo, ci sono calzaturifici che in questi
due Paesi hanno il 90% del loro business". (ANSA).
Ucraina: Calzaturieri Marche, impatto alto imprese e lavoro
"E' dramma umano-economico. Distretto primo fornitore Ucraina"