Marche

Ucraina: Acquaroli, per calzaturiero intervenga governo

Castelli, no a costi maggiorati, indotti e strumentali

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 13 MAR - "La crisi internazionale in corso in Ucraina e Russia crea sicuramente un problema energetico, dal punto di vista economico, e di costo dei materiali, ma, entrando nello specifico della nostra economia regionale, crea un problema anche di mercato, perché nelle Marche abbiamo gran parte della nostra capacità produttiva manifatturiera, legata al calzaturiero in particolare, proiettata su questi mercati e su quei territori. Si pone, pertanto, fortemente il problema della liquidità per le nostre imprese, già sicuramente fiaccate dalle crisi degli ultimi anni e dalla pandemia". Lo ha detto il presidente della Regione Marche Francesco Acquatoli, al Micam 2022. Insieme all'assessore al Bilancio Guido Castelli ha partecipato al talk "La filiera della moda tra emergenza finanziaria e nuovi mercati", promosso dalla Camera di commercio delle Marche. Acquaroli ha condiviso con il presidente dell'ente camerale Gino Sabatini la priorità di garantire "credito alle aziende con commesse aperte sui mercati sconvolti dalla guerra".
    Ma non può bastare quanto potrà fare la Regione, "noi ci aspettiamo dal Governo centrale un forte sostegno alle imprese, che non possono più basare la propria attività sull'indebitamento, perché già soffrivano per questo problema a causa delle esposizioni creditizie e bancarie determinate dall'emergenza Covid-19". Il tema della competitività dei prezzi è stato affrontato, poi, dall'assessore Castelli: "Nelle Marche registriamo la maggiore concentrazione di calzaturifici nel mondo. Rispetto a regioni confinanti, noi non godiamo della riduzione della contribuzione del 30% sul costo del lavoro. In realtà noi siamo Sud, nel senso che, nella codifica europea, la regione Marche è scivolata in transizione per effetto delle precedenti crisi. Ma questa retrocessione sarà codificata a metà aprile, e ancora noi non beneficiamo neanche di quello che non sarebbe un privilegio, ma semplicemente un diritto. L'importante è che non ci siano costi maggiorati, indotti e strumentali, che interferiscano sulla competitività dei prezzi della nostra calzatura anche in Italia". (ANSA).
   

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