(ANSA) - FABRIANO (ANCONA), 22 MAR - Sono 128 le richieste di
uscite volontaria sui 150 concordati nell'ambito dell'accordo
Elica di Fabriano (Ancona). Un numero molto alto, incentivi a
75mila euro, di cui si potrà usufruire fino a fine mese. Ad oggi
43 persone hanno già lasciato l'azienda, 35 lo faranno entro
marzo e i restanti 30 entro settembre prossimo. Questo il dato
fondamentale dell'incontro fra il management della
multinazionale di Fabriano e il Coordinamento Unitario
Sindacale. "L'azienda - spiegano le parti sociali - ha
confermato lo sviluppo del piano industriale in linea con il
programma previsto, con lo spostamento delle linee 1 e 4 in
Polonia, andate quasi a regime. Resta la possibilità, anche per
chi ancora non ha deciso se usufruire della mobilità volontaria
incentivata, di poter aderire al programma di
reindustrializzazione con un partner del territorio con cui si
sta definendo in questi giorni la firma ufficiale per la
cessione dello stabilimento di Cerreto D'Esi. L'azienda ha
confermato il buon trend di mercato che richiede la necessità di
lavorare ad 8 ore e di rimandare ulteriormente l'apertura del
contratto di solidarietà". C'è comunque il rischio fermo
produttivo, prevalentemente, delle linee Tesla e DD, tra fine
aprile e tutto il mese di maggio, attraverso il ricorso alla
cassa integrazione ordinaria, che sarà utilizzata ad intere
giornate, a causa delle difficoltà nel reperimento delle materie
prime e della componentistica per la difficile situazione
geopolitica. "In questo periodo l'azienda sta valutando di
anticipare lo spostamento della linea del Tesla, da Cerreto a
Mergo, approfittando del fermo degli impianti. Abbiamo chiesto
di prendere in considerazione la possibilità di rotazione tra le
persone anche tra i diversi siti, di mettere in campo progetti
formativi e di garantire comunque la maturazione dei ratei anche
durante il periodo di fruizione dell'ammortizzatore, sapendo che
comunque dovranno essere smaltite preventivamente le ferie
dell'anno precedente su cui abbiamo richiesto di concordare una
adeguata calendarizzazione", concludono le parti sociali.
(ANSA).
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