(ANSA) - ANCONA, 19 MAG - Fabio Ridolfi, il 46enne di
Fermignano (Pesaro Urbino) da 18 anni immobilizzato a letto per
una patologia irreversibile, che ieri ha lanciato un appello per
il suicidio medicalmente assistito "rientra nei parametri
stabiliti dalla Consulta nella sentenza Cappato-Dj Fabo per
potere accedere all'aiuto medico alla morte", secondo il parere
del Comitato Etico Regione Marche. Lo rende noto l'associazione
Luca Coscioni, sottolineando che "è il secondo italiano dopo
'Mario' (un 43ennne paraplegico) ad avere ottenuto il via libera
per l'aiuto al suicidio". Il parere risale all'8 aprile, ma è
stato recapitato a Fabio solo dopo l'appello di ieri, corredato
da un video in cui lo si vede usare un puntatore oculare, unico
mezzo con cui può comunicare. Secondo l'associazione Luca
Coscioni, "nonostante ripetuti solleciti, qualcuno in Asur
Marche aveva 'dimenticato', per 40 giorni, di comunicarlo a
Fabio Ridolfi" che lo attendeva da due mesi, dopo essersi
sottoposto alle visite mediche previste. "E' inaccettabile che
lo Stato italiano, e nello specifico la Regione Marche, abbia
tenuto nel cassetto per 40 giorni un documento di tale rilevanza
ed urgenza" il commento di Filomena Gallo, avvocato e segretario
dell'Associazione Luca Coscioni, sottolineando che il documento
comunque è "incompleto, perché nulla dice sulle modalità di
attuazione e sul farmaco da usare affinché la volontà di Fabio
possa finalmente essere rispettata". (ANSA).
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