Un atto "atto urgente vincolante per tutte le Regioni" adottato dal Governo "affinché gli organi del Servizio sanitario nazionale presso le Regioni garantiscano alle persone malate, che ne fanno richiesta, verifiche immediate e risposte in tempi brevi in applicazione della sentenza 242/19 della Corte costituzionale", che ammette il suicidio medicalmente assistito in presenza di determinate condizioni. Lo chiede l'Associazione Luca Coscioni in una lettera al ministro Speranza, parlando di ostruzionismo" nei confronti dei primi tre italiani che hanno chiesto l'accesso al suicidio medicalmente assistito. L'associazione, rappresentata da Marco Cappato e Matteo Mainardi, oggi ha partecipato al funerale di Fabio Ridolfi, il 46enne di Fermignano, morto il 13 giugno, dopo essersi sottoposto alla sedazione profonda. "E' stato costretto a scegliere la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale, previa sedazione palliativa profonda, a causa dell'inerzia della pubblica amministrazione che ha causato ritardi e l'omissione della verifica sulle modalità per poter procedere" denuncia l'associazione. 'Mario', nome di fantasia di un 44enne marchigiano tetraplegico, che anche lui aveva avuto il parere positivo, "ha dovuto pagare la significativa cifra di 5mila euro per la strumentazione necessaria e il farmaco per l'autosomministrazione", segnala l'Associazione Coscioni, chiedendo un risarcimento al ministero. Infine, 'Antonio', altro tetraplegico marchigiano, "nonostante un ordine del giudice del tribunale di Fermo, attende da 20 mesi il parere e la verifica delle modalità per poter accedere al suicidio assistito. (ANSA).
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