(ANSA) - ANCONA, 27 NOV - "Dal sisma 2016 del Centro Italia
abbiamo imparato, nostro malgrado, un'importante lezione: è ora
di superare lo slogan della ricostruzione 'com'era, dov'era' e
iniziare a pianificare in modo più razionale e responsabile.
Laddove necessario bisogna delocalizzare gli edifici e
allontanarli dalle aree a maggior rischio, che a Ischia non sono
poche, visto che stiamo parlando di un'isola vulcanica
caratterizzata da rilievi coperti da uno strato superficiale
altamente soggetto a frane". Lo rileva il presidente dell'Ordine
dei Gelogi delle Marche Piero Farabollini, secondo il quale
"ricostruire, anche altrove se necessario, è doveroso e
soprattutto fattibile". "Incuria, mancata pianificazione, ma
soprattutto scarso coraggio di operare scelte impopolari ma
necessarie - osserva Farabollini, che è stato anche commissario
alla ricostruzione post sisma 2016 - . Sono questi gli
ingredienti di quanto accaduto a Ischia. La pioggia e le frane
che essa ha causato sono eventi naturali che, in un territorio
estremamente delicato come quello dell'isola, sono tutt'altro
che inattesi. E che a causa del cambiamento climatico saranno
sempre più frequenti". "Sono passati poco più di due mesi
dall'alluvione nelle Marche e già ci troviamo a commentare,
un'altra volta, tragedie evitabili e a parlare di mancata
prevenzione - continua Farabollini -, adesso è il momento di
cercare i dispersi. Ma terminata questa delicata fase, bisognerà
rimboccarsi le maniche e affrontare temi spinosi: manutenzione
del territorio e lotta all'abusivismo edilizio. Che, sia chiaro,
sono argomenti prioritari a Ischia così come in buona parte del
nostro Paese". Quanro al ricostruire altrove "sappiamo come e
dove farlo: per Ischia, come per tutta la penisola italiana,
esiste una mappa della pericolosità delle frane che indica in
modo chiaro dove non si dovrà più ricostruire, né permettere
nuovi insediamenti. Le frane torneranno a verificarsi -
ammonisce Farabollini -, a Ischia e in tutto il Paese. Se queste
continueranno a spargere lutti oppure no, saranno le azioni
degli amministratori locali e nazionali a stabilirlo" conclude.
(ANSA).
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