(ANSA) - ANCONA, 21 NOV - "Oggi gli uomini devono fare un
lavoro sulla mascolinità, ma anche noi donne dobbiamo fare un
lavoro su noi stesse. Tutti dobbiamo imparare ad amare e a
lasciarci".
Soprattutto, secondo Ciccarelli, "bisogna battere sul tasto
dell'informazione, un sistema che ha funzionato, ad esempio,
anni fa nel caso dell'Aids e prima ancora per le vaccinazioni
antipolio". Nell'ultimo anno si sono rivolti al Cuav circa 200
uomini, 150 dalle province di Ancona e Pesaro Urbino, dove ci
sono realtà che si occupano da più tempo del fenomeno. Si tratta
in genere di uomini per i quali è stato attivato il codice
rosso.
"Non sempre le donne capiscono i segnali di pericolo -
osserva Ciccarelli -, oppure pensano di poter controllare la
situazione. Nel caso di Giulia Cecchettin - aggiunge - forse lei
credeva di potere aiutare Filippo. Questo è il risultato di
un'idea di cura che ha radici antichissime, la cura delle
emozioni, delle relazioni è immaginata, delegata concepita nel
ruolo femminile. Noi ci siamo emancipate, ma gli uomini ancora
si aspettano certe caratteristiche da noi".
E sempre nel caso di Giulia "i segni di ossessione non sono
arrivati quella sera. La gelosia, dire 'non posso vivere senza
di te' non sono gesti di amore o di affetto, ma di controllo
potenzialmente pericoloso. Dobbiamo insegnare ai ragazzi e alle
ragazze, che ci può essere una relazione ma rispettando lo
sviluppo delle proprie individualità". (ANSA).
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