(ANSA) - ANCONA, 29 FEB - Nelle Marche il 30% del fabbisogno
elettrico è coperto da impianti rinnovabili sul territorio
regionale e il restante 70% importato da altre Regioni. E'
quanto emerge dal report di Legambiente a Rimini che evidenzia
come la percentuale marchigiana sia in linea con quella
nazionale.
In questo scenario di transizione "lenta ed ingiustificabile,
ogni proposta di grande impianto riceve un ostracismo da
politica e territori, come sta accadendo nel Comune di
Sassoferrato (Ancona), dove i comitati locali e la politica
regionale si stanno opponendo alla realizzazione di un impianto
solare a terra, che potrebbe sorgere in un'area industriale,
destinata ad aree produttive", scrive il presidente di
Legambiente Marche, Marco Ciarulli.
"Ogni singolo grande impianto viene duramente contestato e la
politica, - prosegue con riferimento a sindrome Nimby, acronimo
in inglese tradotto in "non nel mio cortile" - anziché
accompagnare questo percorso, di tutelare un interesse
collettivo, spesso accompagna la protesta come se la transizione
energetica non riguardasse direttamente tutti noi. Nelle Marche,
non esiste un singolo progetto di grande impianto di produzione
di energia da fonti rinnovabili che non sia stato o non sia
tutt'ora oggetto di forti contestazioni. E' necessario
regolamentare la diffusione di questi impianti - conclude
Ciarulli - affinché si realizzino nei luoghi idonei e con il
coinvolgimento delle comunità locali, ma è necessario realizzare
anche una transizione energetica senza ulteriori indugi".
(ANSA).
Rinnovabili Marche coprono 30% di fabbisogno elettrico regionale
Rapporto Legambiente cita il caso Sassoferrato e sindrome Nimby