(ANSA) - MACERATA, 22 APR - La polizia, attraverso gli
investigatori della Divisione Anticrimine di Macerata e del
Servizio Centrale Anticrimine, ha eseguito un provvedimento di
confisca di beni e assetti societari per un valore di circa 3
milioni di euro nei confronti di un imprenditore edile ed
immobiliare di origine calabrese, da un ventennio insediatosi
nelle Marche, già sottoposto, nel 2020, alla Sorveglianza
Speciale di polizia, con obbligo di soggiorno per la durata di
tre anni, disposta sempre a seguito di motivata proposta del
Questore di Macerata. In particolare la confisca ha riguardato
le quote e il compendio aziendale di sei società operanti nel
settore immobiliare ed edilizio, 15 fabbricati e 26 terreni, tre
veicoli e numerosi rapporti finanziari, per un valore
complessivamente stimato di circa tre milioni di euro.
Il provvedimento, emesso ai sensi della normativa antimafia
dal Tribunale - Sezione Misure di Prevenzione di Ancona su
proposta formulata congiuntamente dal Questore Luigi Silipo e
dal Procuratore di Macerata Giovanni Fabrizio Narbone, segue un
provvedimento di sequestro emesso dal medesimo Tribunale
nell'ottobre 2022, riguarda un affermato imprenditore edile ed
immobiliare di origine calabrese. Il destinatario della
confisca, fa sapere la Questura, è stato coinvolto in passato
in diverse vicende processuali riguardanti reati tributari,
finanziari, fallimentari, contro il patrimonio e la pubblica
amministrazione e in materia di rifiuti; è anche imputato
dinanzi al Tribunale di Palermo per riciclaggio aggravato dalle
finalità mafiose, avendo le indagini coordinate dalla Direzione
Distrettuale Antimafia del capoluogo siciliano accertato
consolidati legami con Cosa Nostra nel periodo 2014-2015"; per
l'accusa, avrebbe utilizzato lo schermo delle compagini
societarie a lui indirettamente riconducibili, per agevolare in
uno stabile rapporto di collaborazione fiduciaria, un esponente
di vertice del clan Graziano del mandamento mafioso di Resuttana
(Palermo), in operazioni di natura immobiliare e finanziaria
finalizzate a investire le risorse economiche illecite
dell'organizzazione mafiosa in provincia di Roma e in Romania.
Le investigazioni odierne della Divisione Polizia Anticrimine
della Questura di Macerata, in stretta collaborazione con il
Servizio Centrale Anticrimine, hanno consentito di accertare
come il soggetto, a fronte di una "situazione reddituale di
natura contenuta, abbia costituito, in territorio marchigiano,
anche attraverso l'interposizione fittizia di familiari e
prestanome, un importante e articolato sistema societario
operante nel settore immobiliare, mediante la realizzazione di
sistematiche operazioni volte a impedire la diretta
riconducibilità delle strutture imprenditoriali in argomento
alla sua persona". Le "società, strettamente collegate tra loro,
sono state utilizzate per operare trasferimenti di beni e di
ricchezza, per giustificare spese e conseguente abbattimenti di
utili (anche con ricorso a fatturazioni inesistenti), per
parcellizzare e al contempo riciclare denaro, celando la
disponibilità di somme provento di reati". (ANSA).
Confisca beni per 3 milioni a imprenditore edile a Macerata
Indagini polizia, sospetti legami destinatario con Cosa nostra