Marche

The Life di Marina Abramovic tra reale e virtuale

Ologramma dell'artista al centro dell'opera immersiva a Pesaro

Redazione Ansa

The Life, ideata da Marina Abramović e prodotta dallo studio specializzato in mixed reality Tin Drum con la regia del fondatore Todd Eckert, è un'opera immersiva che accompagna il visitatore in un percorso dal sapore rituale. Si tratta del primo evento immersivo di arte performativa in realtà mista mai concepito.
    Aperta al pubblico dal 5 al 18 giugno 2024, al Centro Arti Visive Pescheria, nel cuore di Pesaro, e parte del palinsesto di Pesaro 2024 - Capitale italiana della cultura, è un'esperienza cinematografica tridimensionale unica.
    Ciascun partecipante è invitato a liberarsi di ogni dispositivo elettronico e a indossare un visore per la realtà aumentata, attraverso cui visualizzare i confini di una stanza vuota.
    Al centro dell'ambiente virtuale si muove l'ologramma dell'artista Marina Abramović, la cui performance può essere osservata dal pubblico in maniera libera e da qualsiasi angolazione. L'assenza di barriere e schermi fornisce l'opportunità di cogliere nuovi punti di vista, vivendo un'esperienza unica nel proprio genere assieme all'artista.
    L'opera riflette sul potere dell'arte come forza non tangibile, scaturita dall'incontro tra l'artista e l'energia collettiva delle persone coinvolte nell'opera.
    L'immagine digitale di Marina Abramović permette all'artista di realizzare una performance senza essere fisicamente presente, creando uno spazio che oscilla tra reale e virtuale e superando i confini della performance in presenza per entrare a pieno titolo nel territorio simbolico della memoria.
    "Tra cento anni, quando chiunque abbia conosciuto Marina Abramović sarà morto - spiega il regista Todd Eckert -, ci saranno persone che guarderanno The Life e, si spera, sentiranno quel senso di connessione - di esperienza umana. Questo è davvero il punto dell'opera: cercare di creare una connessione umana autentica tra artista e pubblico oltre la semplice osservazione che domina i nostri media attuali".
    The Life invita a confrontarsi con le idee di assenza e di durata, affrontate attraverso il posizionamento dell'artista in una dimensione oltre il tempo. L'opera, che prende vita in un orizzonte di eterno presente, punta i riflettori sulle possibili intersezioni tra tecnologia e azione artistica, coltivando al contempo la connessione umana che si crea tra artista e spettatore. In un videomessaggio, Abramovic ha detto: "il mio lavoro si basa sulle arti performative e questo è il mio primo esperimento, il mio primo tentativo di utilizzare le nuove tecnologie e di ampliare l'idea di come le arti performative possano essere viste in futuro, se l'artista non è più fisicamente presente".
    Agostino Riitano, direttore artistico di Pesaro 2024 - Capitale Italiana della cultura - ha spiegato che :"Ospitando The Life nel programma culturale di Pesaro 2024, ci assumiamo il compito di dare alla comunità percorsi di ricognizione e di promozione dei linguaggi artistici che segneranno il nostro tempo. Marina Abramović è una delle massime rappresentanti delle pratiche estetiche contemporanee, in particolare di quelle che dagli anni Ottanta ad oggi hanno proposto forme di interrogazione e provocazione tra le più complete, oltre che complesse: la centralità del corpo e della coscienza della body e della performing art è tesa a sfondare le barriere di genere, di categoria, di divisione tra i saperi. Siamo convinti che tra i significati profondi dell'essere Capitale italiana della cultura vi sia il farsi centro attrattore e propulsore di teorie e pratiche utili a costruire nuova visione e nuove idee di futuro". 
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it