Marche

A Corinaldo morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni

Travolti nella fuga dalla discoteca Lanterna

Foto corinaldo

Redazione Ansa

 La notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni alla discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, comune vicino a Senigallia (Ancona). All'interno del locale, in via Madonna del Piano, poco prima dell'una, fu spruzzato del peperoncino per compiere furti di collanine da parte di una banda di ragazzi della Bassa Modenese (sei già condannati in via definita in Cassazione con pene tra i 10 e i 12 anni e il settimo ha una condanna di primo grado decisa lo scorso anno pari a 10 anni e 5 mesi).
    Nella discoteca ci fu una fuga di massa verso l'unica porta di sicurezza trovata aperta, l'uscita numero 3. La calca fece cadere il pubblico in fuga, sulla rampa, formando un tappo e provocando il cedimento delle balaustre protettive.
    Morirono schiacciati e per asfissia Asia Nasoni, 14 anni, di Mondolfo, Daniele Pongetti, 16 anni, di Senigallia, Benedetta Vitali, 15 anni, di Fano, Mattia Orlandi, 15 anni, di Frontone, Emma Fabini, 14 anni, di Senigallia, ed Eleonora Girolimini, 39 anni, mamma di 4 bambini, anche lei di Senigallia.
    Dopo la condanna della banda, oggi si è concluso al tribunale di Ancona il processo bis di primo grado per nove imputati, tra cui l'ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, i membri della commissione che rilasciarono la licenza alla discoteca non a norma secondo la Procura. Tutti assolti dalle accuse più gravi.
    Pene di un anno sospese.
    Il processo ha riguardato la parte amministrativa e le relative responsabilità perché secondo la pubblica accusa la Lanterna Azzurra aveva gravi carenze strutturali e non sarebbe dovuta stare aperta.
    Facevano parte della banda dello spray Ugo Di Puorto, ritenuto il principale accusato perché per l'accusa fu lui a premere il pulsante della bomboletta dello spray al peperoncino (fu trovato sopra il suo dna), Raffaele Mormone, il suo fedele amico, Andrea Cavallari, Moez Akari, Haddada Souhaib, Badr Amouiyah e Riccardo Marchi. (ANSA).
   

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