Marche

Crescita lenta nelle Marche, 'la sfida è la produttività'

Banca d'Italia, nel 2023 aumento debole anche delle costruzioni

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 19 GIU - Nel 2023 l'attività economica nelle Marche si è progressivamente indebolita registrando una crescita del +0,6% ma con un'intensità inferiore a quella nazionale (0,9%), secondo un nuovo indicatore Regio-coin elaborato dalla Banca d'Italia; e dalle informazioni dei primi mesi del 2024, non si delinea un recupero dell'attività economica ma una stabilità della situazione congiunturale rispetto alla fine dello scorso anno. E' il quadro dell'economia marchigiana secondo il Rapporto annuale della Banca d'Italia presentato oggi nell'auditorium della Mole Vanvitelliana di Ancona. Sul rallentamento, secondo Bankitalia, hanno influito la debolezza della domanda interna, penalizzata dalla perdita di potere d'acquisto delle famiglie, ed estera con la perdurante incertezza del contesto geopolitico.
    Tenendo conto del possibile calo delle forza lavoro, connesso con le previsioni demografiche, ha spiegato Alfredo Bardozzetti, responsabile ufficio analisi economica della sede di Ancona della Banca d'Italia diretta da Maurizio Cannistraro, "per le Marche come per il Paese sarà molto importante vincere la sfida della crescita della produttività e della sostenibilità, promuovendo un contesto a ciò favorevole, attraverso la diffusione dell'innovazione tecnologica e la realizzazione del potenziale di crescita delle imprese".
    La flessione nel 2023 ha riguardato l'attività industriale e soprattutto le piccole realtà mentre, per gli investimenti, la crescita contenuta deriva dalle aziende più grandi. Il terziario, dopo il recupero post pandemia, ha perso slancio mentre il turismo ha incrementato le presenze che avevano già valori elevati. Un rallentamento ha interessato anche il settore costruzioni che, nonostante un volume in salita, denota un'espansione meno robusta del 2022: in ogni caso si iniziano a registrare gli effetti dei cantieri avviati o completati con i fondi del Pnrr.
    Al debole andamento dell'attività economica si è accompagnato quello dell'occupazione la cui dinamica, lievemente positiva, è stata sensibilmente inferiore a quella nazionale (+0,3% rispetto al +2,1%); persistono le difficoltà delle imprese nel reperire manodopera con un'offerta di lavoro contratta anche per il calo della popolazione in età di lavoro. Altro elemento negativo è stata l'erosione del reddito disponibile loro delle famiglie cresciuto del 4,5% nel 2023 ma di fatto diminuito dello 0,7% per effetto dell'alta inflazione. La galoppata dei prezzi si è progressivamente attenuata lo scorso anno scendendo sotto l'1%.
    Per completare un quadro a tinte fosche, prestiti bancari fortemente ridotti nel 2023: tra le componenti che hanno contribuito al rallentamento il calo dei mutui di famiglie per l'acquisto di case, frenati dall'aumento dei tassi, ma anche dal minor fabbisogno finanziario per investimenti da parte delle imprese e dalla minore convenienza di rinnovare i debiti in scadenza per la maggiore onerosità. (ANSA).
   

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