Marche

Dopo nove mesi di restauro torna a Fabriano tela di Gentileschi

Nella chiesa di Santa Maria Maddalena, protettrice dei cartai

Redazione Ansa

(ANSA) - FABRIANO, 13 LUG - È tornata a Fabriano (Ancona), nel pomeriggio di ieri, la preziosa tela di Orazio Gentileschi "Santa Maria Maddalena Penitente", dipinta tra il 1612 ed il 1615 dal famoso pittore su incarico della Pia Università dei Cartai fabrianesi. Il rientro, dopo circa nove mesi di operazioni di restauro eseguite dallo Studio Federica Boccolini.
    Nella Chiesa di Santa Maria Maddalena, luogo sacro ceduto nel 1839 dal Papa Gregorio XVI alla Pia Università dei Cartai, i professionisti incaricati del restauro hanno ricollocato la tela nella sua originaria posizione.
    La sicurezza dell'operazione è stata assicurata dal Commissariato di Polizia di Fabriano con l'impiego di diverse unità mobili e postazioni specializzate di polizia scientifica.
    Il dipinto rappresenta Maria Maddalena penitente (secondo molti autori, il volto sarebbe quello della notissima figlia dell'autore, Artemisa Gentileschi) la quale, in ginocchio, piange contemplando un crocefisso.
    La Santa è la protettrice dei cartai, in special modo quelli fabrianesi: la devozione si rinnova sin dal 22 luglio del 1599 quando, per sua intercessione miracolosa, un cartaio riuscì ad uscire incolume da una pressa sotto la quale era stato schiacciato. "È una grande gioia assistere al rientro dell'opera d'arte che più rappresenta il legame secolare tra Fabriano e la Carta", il commento di Antonio Balsamo, direttore delle Cartiere Brand Fabriano e Capitano dell'Arte della Pia Università dei Cartai.
    "Un grande ringraziamento va agli sponsor - conclude Balsamo - che hanno consentito le operazioni di restauro (Azienda Chemiba, Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano, Rotary Club Fabriano, Federigoni SpA) nonché al Commissariato della Polizia di Stato di Fabriano che ha assicurato la sicurezza complessiva durante le operazioni di scarico e ricollocamento nella posizione originaria". (ANSA).
   

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