(di Federica Acqua)
(ANSA) - PESARO, 07 AGO - "Un'opera sbalorditiva,
sperimentale, che rompe le strutture musicali classiche,
nonostante la vicenda di cui parla derivi dalla classicità, e
che rappresenta un unicum nella storia compositiva di Rossini".
A parlare così all'ANSA, alla vigilia del suo debutto alla
direzione d'orchestra dell'Ermione al Rossini Opera Festival
(Rof) in programma il 9 agosto prossimo alla Vitrifrigo Arena, è
il celebre maestro Michele Mariotti che si esibirà sul podio
dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
L'ultima volta ha diretto a Pesaro la Semiramide nel 2019,
nella quale - dice - nonostante sia stata composta da Rossini
quattro anni dopo Ermione, si torna a forme tradizionali. A
considerare Ermione un'opera del futuro, del resto, era lo
stesso Rossini, che dopo il clamoroso fiasco d'esordio al San
Carlo di Napoli il 27 marzo del 1819 e le poche repliche
seguenti si fece restituire la partitura dall'impresario Barbaja
e dichiarò "rivedrà la luce solo dopo la mia morte", salvo poi
utilizzarla come serbatoio di autoimprestiti per altre
composizioni tra cui Eduardo e Cristina.
"Come il Guillaume Tell (ultima fatica lirica di Rossini
scritta in Francia, ndr), Ermione è un'opera di svolta -
continua Mariotti - e non a caso Rossini l'aveva definita il mio
piccolo Guillaume Tell italiano. E' come recitare un testo
teatrale: con quelle frasi sfumate e melodie interrotte come la
sinfonia d'apertura su cui irrompe il coro, e quel contrasto tra
i suoni freddi e violenti che sfumano in momenti dolcissimi dai
contorni amorosi, è un'opera moderna, un vero capolavoro".
Un capolavoro, tuttavia, che continua ad essere poco
rappresentato e al Rof è stato allestito l'ultima volta nel 2008
e prima solo nel 1987 con Montserrat Caballé, Marilyn Horne,
Chris Merritt e Rockwell Blake. Ma, secondo Mariotti, la rarità
di esecuzione di un'opera non dipende tanto dalla sua maggiore o
minore bellezza, ma spesso dalla difficoltà di trovare voci
adatte ad eseguirla come in questo caso dove è richiesto un
soprano di agilità e di forza (Ermione), un tenore alto (Oreste)
e un baritenore (Pirro).
In questa edizione ad interpretarla 'in un non luogo e in un
non tempo' nella regia visionaria di Johannes Erath ci saranno
Anastasia Bartoli nel ruolo del titolo, Victoria Yarovaya, in
quello di Andromaca, Enea Scala nelle vesti di Pirro e Juan
Diego Florez in quelle di Oreste. Completano il cast Antonio
Mandrillo (Pilade), Michael Mofidian (Fenicio), Martiniana
Antonie (Cleone), Paola Leguizamòn (Cefisa), Tianxuefei Sun
(Attalo). (ANSA).
Michele Mariotti debutta in Ermione al 45/o Rof
Il direttore d'orchestra a Pesaro, "è un'opera sbalorditiva"