Marche

Bonaccini, 'Pd mai unito come ora, senza non si batte la destra'

"Sconfitte perché eravamo divisi tra noi. Alleanze decisive"

Redazione Ansa

"Il Pd non è mai stato unito come adesso". Lo ha detto l'europarlamentare e presidente del Pd Stefano Bonaccini parlando alla Festa dell'Unità a Pesaro. L'ex presidente dell'Emilia Romagna si prende "un pezzo di merito per questo": "quando ho perso alle primarie, mi sono guardato allo specchio e mi son detto, dopo aver vinto di quasi 20 punti dagli iscritti e aver perso tra elettori alle primarie: 'non far mica come tanti hanno fatto in passato che appena viene eletto un segretario, lavorano dopo 15 giorni per mandarlo a casa".
    "Sono sempre stato nel Pd da cui non me ne sono mai andato e penso di aver aver fatto bene. - ha aggiunto -, guai se non saremo così uniti domani. Lo dico perché noi non abbiamo sempre perso perché erano più bravi gli avversari, a volte abbiamo perso perché eravamo troppo divisi tra di noi". "Lo dico al Pd - ha proseguito -, mi è stato chiesto di Renzi, di Conte, di Calenda, di Fratoianni: a me interessa poco il destino dei leader, cioè anche di me, il Pd è un partito che troppo spesso parla di nomi e cognomi, che generalmente coincidono con la nostra classe dirigente e se tu parli troppo di nomi e cognome, rimane poco tempo di parlare di contenuti alle persone che incontriamo tutti i giorni".
    "Le alleanze sono decisive - ha ribadito Bonaccini -. Io sono per la vocazione maggioritaria e lo riaffermo, che non vuol dire andare da soli perché se trovate qualcuno del Pd che pensa di vincere da solo e ditegli che forse è meglio chiamare l'ambulanza del 118". "Il Pd - ha continuato - non ce la può fare da solo, ma anche le Europee e le amministrative hanno dimostrato che chiunque si senta alternativo alla destra e voglia batterla, la matematica prima che la politica dice che senza il Pd è praticamente impossibile battere la destra".
   Le elezioni europee hanno dimostrao l'effetto calamita, se avete fatto caso adesso i potenziali alleati ci cercano loro prima ancora che li andiamo a cercare noi", ha detto Bonaccini che, sulle alleanze, ha ricordato il caso della candidatura del sindaco dem di Ravenna Michele De Pascale a presidente dell'Emilia Romagna su cui M5s, altri partiti e civiche convergeranno per un'alleanza. "A Modena - ha esemplificato - abbiamo preso il voto al primo turno più alto della storia, il 65%: grazie certamente a un ottimo candidato, al lavoro di chi c'era prima che amministrava ma anche perché abbiamo costruito una coalizione che per la prima volta andava da Renzi a Calenda a Giuseppe Conte, passando per Bonelli Fratoianni a più Europa e tante liste civiche. Non è che gli elettori hanno pensato, 'dio sono insieme', no, hanno guardato il programma e il candidato e ci hanno dato fiducia. Penso - ha aggiunto - che adesso al voto in Emilia Romagna dovrebbe metteremo insieme una coalizione che tiene insieme tutti compreso tanto civismo. Tante civiche non vogliono stare nei partiti, dobbiamo rispettare, ma vogliono guidare, se si può, con alcuni partiti. E' importante che sempre più gente si impegni in politica". Bonaccini ha auspicato allo stesso modo la costruzione di una "coalizione" in Liguria "attorno al nome di Orlando". "Le alleanze - ha ribadito - non si fanno con la somma perché in politica due più due potrebbe non fare quattro si fanno sui contenuti. Prima mi hanno chiesto di Renzi, ma avete fatto bene a invitarlo? Dovremmo invitare tutti, anche gli avversari perché è un contributo all'autorevolezza, poi magari discutiamo e litighiamo aspramente ma nell'idea di rispetto per difendere la democrazia". "L'alleanza la fai sui contenuti - ha concluso Bonaccini - e io sono contento che Elly sia riuscita attorno alla difesa della scuola, della sanità pubblica, attorno alla proposta di salario minimo legale, attorno al contrasto a questa autonomia differenziata di Calderoli, a mettere insieme tutte le opposizioni".
   
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it