Marche

Primo concerto live in carcere con Musicultura per i detenuti

Ad Ancona Barcaglione laboratorio per formare giuria musicale

Redazione Ansa

La musica dal vivo entra nel carcere di Barcaglione ad Ancona. Un evento unico tenuto nel pomeriggio per i detenuti nella struttura, grazie a un concerto degli otto finalisti di Musicultura, il festival della canzone popolare e d'autore che si tiene d'estate a Macerata, arrivato alla 35/a edizione. All'esibizione ha assistito una cinquantina di detenuti, sui cento presenti nell'istituto, in veste di pubblico per i cantautori che hanno potuto conoscere dal vivo: una dozzina di detenuti avevano già ascoltato le canzoni e le avevano votate da remoto, come giuria speciale, grazie ad un progetto voluto dal Garante Marche dei diritti per la persona Giancarlo Giulianelli, con l'istituzione di laboratori musicali.
    In carcere sono entrati strumenti musicali e spartiti per due ore di concerto live, con brani propri e non solo, dei cantanti Anna Castiglia di Catania, vincitrice di Musicultura 2024, Nico Rezzo (Modica), De Stradis (Milano), Bianca Frau (Sassari), Helle (Bologna), Eugenio Sournia (Livorno), The Snookers (Morbegno).
    Con il progetto sono stati istituiti laboratori musicali in carcere, dove sono andati gli esperti che portano avanti da anni il festival di Musicultura. I detenuti che hanno aderito, una dozzina, hanno potuto sviluppare competenze musicali per assegnare per la prima volta un premio speciale del festival, chiamato "La casa in riva al mare" (come il brano di una canzone di Lucio Dalla che parla di un detenuto), ad uno degli otto finalisti di Musicultura. Il premio è andato alla cantante Helle. Il progetto prevedeva che la vincitrice del premio si sarebbe esibita dal vivo in carcere: l'idea però si è presto estesa agli altri sette finalisti che hanno voluto conoscere i detenuti che avevano analizzato e votato i loro brani.
   "Il primo live di questo tipo - ha osservato la direttrice del carcere Manuela Ceresani - sarà catalogato dal dipartimento. E' importante far sì che ciò che si fa fuori poi si possa replicare anche all'interno". Tra i cantanti e i detenuti è nata una amicizia. "Perché la musica in carcere? Per unire - ha detto Giulianelli - e far conoscere la loro realtà. Il prossimo anno spero di avere i permessi per i detenuti a vedere dal vivo Musicultura". I cantanti sono stati tutti d'accordo nel sottolineare come "è stato un onore per noi esibirci, non abbiamo nulla da insegnare loro, la musica può essere anche terapia e non solo intrattenimento". Il direttore artistico di Musicultura, Ezio Nannipieri ha parlato della "bellezza di condividere persone che non conosciamo e che sono consapevoli che sono in carcere per qualcosa che non dovevano fare però rimangono sempre esseri umani". 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it