di Daniele Carotti
(ANSA) - ANCONA, 05 OTT - Cure più efficienti senza fare
sempre ricorso al ricovero, agevolando la sanità per ridurre le
liste d'attesa con l'ausilio dell'Intelligenza artificiale.
E' una delle sfide dell'ospedale virtuale gestito con l'IA,
uno dei progetti presentati ad un evento Extra G7 ad Ancona:
"Intelligenza artificiale in Sanità.
Il tema dell'Intelligenza artificiale in Sanità sarà in focus
anche nei lavori ministeriali del G7, ad Ancona il 9, 10 e 11
ottobre, ha ricordato in un videomessaggio trasmesso durante
l'incontro il ministro della Salute Orazio Schillaci. L'IA "sta
mostrando le sue potenzialità in diversi ambiti: diagnosi più
accurate, terapie più mirate, razionalizzazione delle priorità
mediche" e la "digitalizzazione è una leva fondamentale per
promuovere una sanità di prossimità e superare le
diseguaglianze". Telemedicina e teleassistenza "aprono nuove
prospettive per un'assistenza più accessibile e personalizzata,
diminuendo i tempi d'attesa ed eliminando i disagi legati agli
spostamenti", "senza compromettere il rapporto diretto e
personale paziente-medico".
Ad Ancona, nel corso dell'evento che aveva tra i protagonisti
l'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche e l'Università
Politecnica delle Marche, di ospedale virtuale ha parlato il
dottor Marco Mazzanti, direttore di Framework intelligenza
artificiale in Cardiologia di Londra.
"Il nostro obiettivo - dice all'ANSA - è trasformare la
sanità, offrendo a tutti l'accesso a cure di qualità senza
tradizionali vincoli logistici". L'ospedale virtuale "prende in
carico il paziente con assistenti virtuali": "un assistente
umanoide conserva in modo umano l'empatia del rapporto
medico-paziente, raccoglie informazioni da remoto, verifica se
il paziente deve fare test o andare in Pronto soccorso". Ciò
"decongestiona i pronto soccorso, fa girare informazioni e non
il paziente".
"L'ospedale virtuale tende a ridurre le liste di attesa, -
aggiunge Mazzanti -: se faccio risparmiare tempo al paziente,
non gli faccio fare tutti i test ma solo quelli necessari,
realizzo l'appropriatezza clinica", dunque "non un medico per
vedere un paziente ma un medico che vede cento pazienti".
Il rapporto "continua a essere diretto perché il paziente
conosce chi sta dietro l'assistente virtuale: io - spiega il
dottor Mazzanti - ho il mio avatar che è me, con la mia voce e
le mie sembianze, io autorizzo, come nel Regno Unito, a
utilizzarlo con i pazienti. Così la diffidenza verso tali
strumenti si abbatte e l'attrattiva aumenta. Il paziente sa che
sono io a guardare le informazioni che mi arrivano, come
specialista, così come al medico di medicina generale e al
pronto soccorso". (ANSA).
Ospedale virtuale con IA, cure e riduzione liste attesa
Extra G7 Salute Ancona. Obiettivo appropriatezza e via barriere