Marche

Mostra alla Mole, 'pieno sostegno ai Costruttori di pace'

Ad Ancona scritti e documenti su figure come Gandhi e Don Milani

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 13 NOV - "Sosteniamo i moderni costruttori di pace". Il messaggio è stato lanciato agli studenti dal presidente del Consiglio regionale Dino Latini all'inaugurazione della mostra "Costruttori di pace" alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Una mostra, a cura di Giorgio Tabanelli e promossa dall'Associazione Arte Cinema Teatro volontariato, patrocinata anche dal Consiglio regionale, visitabile nella sala Boxe fino al 27 novembre: raccoglie scritti e documenti su importanti costruttori di pace del secolo scorso come Gandhi e don Lorenzo Milani All'evento ha partecipato, tra gli altri, il presidente del Consiglio comunale di Ancona Simone Pizzi: "Una mostra che parla di pace - ha sottolineato - con la parola di coloro che, nella loro vita, hanno calcato sentieri tortuosi di pace e sono stati 'costruttori di pace' anche non sempre immediatamente compresi".
    "Pace - ha osservato Pizzi - non è solo assenza di guerra, ma anche uno stato d'animo che dispone verso la benevolenza, la giustizia e la fiducia. Pace è un dono e chiede l'umiltà della riconoscenza piuttosto che la presunzione della conquista".
    Dal presidente Latini "pieno sostegno ai moderni costruttori di pace, persone e associazioni che operano spesso nel silenzio e nell'anonimato in luoghi difficili del mondo, ove sono presenti guerre e violazioni dei diritti umani". "Questa mostra - ha aggiunto - serve a confermare l'indirizzo del Consiglio regionale rivolto alla costante e convinta ricerca della pace, mai come in questa fase storica messa in pericolo da focolai di guerra intensi e vicini, in un ordine mondiale che non riesce più a dare certezze".
    All'inaugurazione, oltre al presidente Latini, al presidente Pizzi, al professor Tabanelli, sono intervenuti l'arcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Angelo Spina, l'assessore alla Cultura del Comune di Ancona, Anna Maria Bertini, e il ricercatore in Storia contemporanea, Marco Labbate.
    "A questa mostra - ha osservato Pizzi - è stato dato un titolo che antepone al termine pace un verbo di azione di movimento. Costruire la pace è un lavoro paziente di ricerca della verità e della giustizia, è ricerca di libertà, è accoglienza e dialogo, è una speranza comune più forte della vendetta. Anche noi dobbiamo essere Profeti di Pace, come ci ha insegnato un amministratore pubblico, il sindaco G. La Pira, sulla scia dei grandi profeti biblici consapevoli che la profezia, da un lato ha i piedi ben piantati per terra e dall'altro posa il suo sguardo sul futuro. Con i piedi ben piantati nella storia, - ha proseguito - in maniera coraggiosa e audace a tutti noi è chiesto mettere in atto iniziative significative e feconde". "C'è una 'architettura' della pace, - ha detto ancora Pizzi - nella quale intervengono le varie istituzioni della società, ciascuna secondo la propria competenza, però c'è anche un artigianato della pace che ci coinvolge tutti".
    "Tuttavia, i processi effettivi di una pace duratura sono anzitutto trasformazioni artigianali operate dai popoli, in cui ogni persona può essere un fermento efficace con il suo stile di vita quotidiana". (ANSA).
   

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