18 gennaio 2017 - La valanga sul resort
Manca una manciata di minuti alle 17 del 18 gennaio 2017 quando una valanga staccatasi, sul versante pescarese del Gran Sasso, dal vallone sovrastante investe il resort di Rigopiano provocando la morte di 29 persone. Proprio in quei giorni l'Abruzzo era stato colpito da un'eccezionale ondata di freddo e neve e migliaia di persone erano senza corrente elettrica.
Nell'hotel di Farindola si salvano in undici tra personale e ospiti. Sono due di loro, Fabio Salzetta, operaio, e Giampiero Parete, ospite, a lanciare l'allarme con i cellulari. Le operazioni di soccorso scattano intorno alle 20 quando le autorità, dopo tre ore di allarmi inascoltati e sottovalutati, appurano che su quella montagna è accaduto qualcosa: sul luogo della tragedia i primi soccorsi, sugli sci, arrivano poco prima dell'alba, mentre la colonna dei mezzi che risale la strada arriva nel primo pomeriggio a causa della neve e dei detriti che nel frattempo si sono accumulati.
Ci volle una settimana per recuperare tutti i corpi seppelliti sotto tonnellate di detriti e neve. Secondo l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), il disastro è accaduto quando la valanga alle ore 16:41:59, scendendo a valle è entrata in un canyon e alle 16:43:20 ha colpito l'hotel alla velocità di circa 100 chilometri orari.
27 aprile 2017 - Scatta l'inchiesta
Le indagini per comprendere cosa sia successo e se ci furono delle responsabilità porterà successivamente la Procura di Pescara a formulare ipotesi di reato quali omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e omissioni colpose in materia di sicurezza sul lavoro, oltre un filone sulle autorizzazioni per la costruzione dell'hotel e quella sui 'depistaggi' messi in atto da funzionari della Prefettura. Il 27 aprile, quindi, dopo solo tre mesi dalla tragedia si apprende che ci sono i primi sei indagati tra amministratori e funzionari pubblici.
18 gennaio 2018 - Prima fiaccolata su luogo del Comitato Vittime
A un anno dal disastro dell'Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), il Comitato Vittime di Rigopiano, che riunisce superstiti e familiari degli scomparsi, organizza una giornata di commemorazione, con fiaccolata, corteo e messa insieme al vescovo di Pescara.
21 maggio 2018 - Papà Feniello porta fiori sull'hotel, condannato
Alessio Feniello, 57 anni, padre del giovane Stefano, una delle 29 vittime, viola i sigilli giudiziari che delimitano l'area nella quale si trovavano le macerie del resort per portare fiori sul luogo dove morì il figlio. Nel successivo gennaio fu condannato dal gip del tribunale di Pescara a pagare una multa di 4.550 euro.
11 gennaio 2019 - Ai familiari delle vittime un fondo da 10 milioni
Dieci milioni per i familiari delle vittime dell'hotel Rigopiano. È quanto annuncia l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini parlando di un intervento ad hoc messo a punto dal Viminale.
6 febbraio 2019 - La Procura chiude le indagini e chiede il processo
La Procura chiese, nel febbraio 2019, il processo per 25 persone, poi salite a 30, tra funzionari pubblici e amministratori locali. Le indagini si erano chiuse nel novembre 2018.
16 luglio 2019 - Scatta il processo a Pescara
Si aprì con circa 110 richieste di costituzione di parte civile la prima udienza preliminare per il disastro di Rigopiano nell'aula 1 del tribunale di Pescara. In aula una cinquantina di familiari delle vittime, che hanno indossato magliette bianche con le immagini dei loro cari.
3 dicembre 2019 - Archiviazione per 22 indagati
Il gip del tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, dispose l'archiviazione di 22 indagati nell'inchiesta madre sul disastro dell'Hotel Rigopiano. Uscirono definitivamente dall'inchiesta, tra gli altri, gli ex presidenti della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi, l'ex sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli e la funzionaria della Protezione Civile Tiziana Caputi.
23 febbraio 2023 - Prima sentenza a Pescara
La prima udienza si tenne nel luglio 2019 e la prima sentenza arrivò a fine febbraio 2023 quando il Gup in primo grado assolve 25 dei 30 imputati, tra i quali il prefetto all'epoca dei fatti Francesco Provolo. Tra i condannati ci sono il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e funzionari della Provincia. Secondo la Procura pescarese questa sentenza ha come effetto più importante la cancellazione del reato di disastro colposo.
14 febbraio 2024 - Sentenza in Corte d'Appello
Salgono a otto le condanne con la sentenza d'Appello del febbraio 2024: tra i destinatari c'è Provolo, un anno e otto mesi per falso e omissioni di atti d'ufficio, più funzionari della Prefettura e il tecnico comunale di Farindola. (ANSA).