Marche

Violenze di genere, in 4 anni +40% richieste misure cautelari

In Prefettura di Ancona presentate risultanze dell'Osservatorio

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 28 NOV - In quattro anni, dal 2020 al 2023, sono cresciute del 40% le richieste di misure cautelari da parte dalla Procura di Ancona per reati collegati alla procedura di "Codice rosso", finalizzata a rafforzare la tutela di vittime di maltrattamento, violenza sessuale, atti persecutori e lesioni, reati connessi a contesti familiari o di convivenza. Il dato, riferito dalla Procuratrice aggiunta Valentina D'Agostino, nell'ambito della presentazione in Prefettura di Ancona dei risultati dell'edizione 2024 dell'Osservatorio provinciale sulla violenza di genere che comprende anche le varie misure messe in atto in chiave di prevenzione delle violenze. Alla redazione del documento, tra i primi a livello nazionale e un unicum a livello regionale, hanno partecipato tutte le componenti della "Rete provinciale per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere contro le donne e conseguentemente contro gli eventuali figli/e della provincia di Ancona". Presenti nell'occasione rappresentanti delle forze dell'ordine della provincia.
    Tra i tipi di violenza denunciati dalle donne nel 2023 - 748 casi nelle Marche e 183 in provincia di Ancona - compare la violenza psicologica (91,8% dei fatti denunciati a livello regionale; 80,9% ad Ancona), seguita da violenza fisica (68,3% e 59,6%), minaccia (69,4% e 54,6%), violenza economica (51,7%, 33,33%), stalking (25,5%, 12,6%) ma anche stupro o tentato stupro (7,4% del totale dei casi regionali, 8% ad Ancona). Nella regione, nel 2023, sono stati denunciati cinque casi di violenza collegati a matrimoni forzati o precoci, tre per aborti forzati e quattro legati a vittime della tratta ai fini di prostituzione.
    Così come rassicura il quadro della sicurezza pubblica nell'Anconetano, ha osservato il prefetto Saverio Ordine aprendo la presentazione, è invece "estremamente preoccupante il fenomeno della violenza sulle donne" in base alle tante segnalazioni per codice rosso, uno dei contesti di fatti criminosi più "moralmente disgustosi" nella società, un "gravissimo fenomeno delittuoso, anche dal punto di vista morale che nel 2024 in un Paese teoricamente così avanzato come dovrebbe essere il nostro, sia gravato da questo quotidiano, con un alto numero di femminicidi. Siamo un paese sicuro? Non so se lo sia per le donne, come ci giudicherebbe una commissione internazionale?". Al di là dei dati e delle tendenze, il prefetto ha sottolineato l'importanza delle azioni per evitare le violenze e portare la donna a "pensare di vivere sicura" e poter denunciare in sicurezza" in modo da perseguire in maniera "qualitativamente efficace". Ordine ha rimarcato la necessità di "smantellare alla radice dal punto di vista culturale, a partire da scuola e famiglia, il concetto che la donna sia di proprietà di un uomo".
    La Capo di Gabinetto della Prefettura, Simona Calcagnini, che ha promosso il progetto, ha spiegato che alla redazione "hanno partecipato tutti i soggetti istituzionali che hanno a che fare con la violenza di genere. L'obiettivo di questo osservatorio è anzitutto far dialogare tra di loro i vari enti, perché una delle difficoltà è che talvolta i soggetti non si parlano tra di loro; dunque farli dialogare e cominciare a studiare, ad approfondire il fenomeno: per intervenire su una realtà è bene anzitutto conoscerla". "Lo spaccato è quello provinciale per ora - ha osservato Calcagnini -, se il format funzionerà come ci auguriamo, con l'aiuto dell'Istat, l'auspicio è che diventi regionale". Dalle risultanze emerge che c'è una maggiore consapevolezza sul tema della violenza di genere.
    Il documento è suddiviso nei quattro capitoli relativi al Contesto (curato dall'avvocatessa Siusi Casaccia), al fenomeno (curato dalla dottoressa Chiara Capogrossi), alla Protezione (dottoressa Elisabetta Baldassarri) e alla Prevenzione (dottoressa Tiziana Buoncompagni). Alla redazione hanno partecipato le componenti della "Rete provinciale per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere contro le donne e conseguentemente contro gli eventuali figli/e della provincia di Ancona"; Magistratura, Prefettura, Forze dell'Ordine, Comune di Ancona, Provincia di Ancona, Ambiti Territoriali Sociali della provincia, Università Politecnica delle Marche, Commissione Pari Opportunità della Regione Marche, Istat, Ufficio Statistico della Regione, Consigliera di parità della Provincia di Ancona, Case rifugio, Centri antiviolenza, Consultori, Pronto-soccorso e, in generale, servizi dedicati alle donne vittime di violenza da Aziende Sanitarie Territoriali e Aziende Ospedaliere, Ufficio Scolastico Regionale, Cgil, Cisl, Uil, Associazione Donne e Giustizia, Ordini professionali di Medici - Chirurghi, Odontoiatri, Psicologi e Assistenti Sociali, Associazioni del terzo settore. (ANSA).
   

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