(ANSA) - ANCONA, 13 DIC - La Regione Marche "non solo è tra le prime cinque regioni italiane per il rispetto e i Livelli essenziali di assistenza" ma è anche una "regione benchmark, cioè una regione che sa coniugare il rispetto dei conti, senza mai aumentare l'imposizione fiscale, e anche livelli accettabili di assistenza sanitaria". Lo ha detto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli intervenendo sul palco di Atreju a Roma, per la festa di Fratelli d'Italia, in un dibattito a cui hanno preso parte il ministro della Salute Orazio Schillaci, il sottosegretario Marcello Gemmato e il presidente della Regione Puglia Michele emiliano.
"La distribuzione dei fondi - ha osservato Acquaroli rispondendo alle domande del direttore di Libero Pietro Senaldi - avviene secondo dei parametri nazionali che sono uguale per tutti, però il tema a mio avviso fondamentale è l'organizzazione". Acquaroli ha citato, dopo lo studio affidato dalla Regione all'Università politecnica delle Marche "sulla domanda sanitaria" per "capire quello che i cittadini chiedevano dalla sanità pubblica e dalla sanità privata accreditata nelle Marche e andavano a chiedere dagli altri sistemi sanitari italiani, generando mobilità passiva". Da questo la Regione ha "messo in campo una ristrutturazione che ha portato alla creazione di cinque aziende sanitarie territoriali, superando il modello accentratore dell'azienda unica con l'obiettivo di far dialogare gli ospedali con il territorio". (ANSA).
E' mancata nel tempo la programmazione per il turnover dei medici per la quale sono necessari "10-11 anni" per sostituire il personale in pensione. Ad affermarlo, sul palco di Atreju a Roma, il presidente delle Marche Francesco Acquaroli: "il turnover dei medici di medicina generale è praticamente uno in entrata su due in uscita: per formare un medico occorrono 10 anni o 11 e allora chi doveva programmare i medici e la medicina generale che andavano la sostituzione dei medici di energia generale in pensione tra il 2020 e il 2025?". "Se no non c'è la medicina sul territorio, - ha osservato Acquaroli - tutto va a finire nelle liste d'attesa nei pronto soccorso e negli ospedali che però nascono per gli acuti e genera un fenomeno, tra i più drammatici, l'inappropriatezza delle prestazioni". "Noi - ha aggiunto Acquaroli - portiamo i cittadini ad avere prestazioni in maniera inappropriata. Ciò è generato da tante variabili tra cui la scarsità dell'assistenza per cronicità che non si crea in cinque minuti, occorrono anni. Va costruito il percorso e individuati i professionisti che si occupano di questo, insieme all'assistenza domiciliare insieme, alla rete territoriale agli ambulatori territoriali, che potrebbero anticipare gli ospedali di comunità". "Sono delle iniziative e una visione di sanità che va costruita negli anni, - ha proseguito - per far sì che si possa arrivare a un risultato che pare scontato, ma non lo è, mettere in condizione tutti gli operatori di sanità di lavorare assolvendo a loro ruolo e generando virtuosismo; non dico che non ci sia ma che c'è un grande margine di efficientamento del sistema".
Sanità privata complementare con committenza pubblica"La sanità privata può essere complementare, se la committenza la fa la sanità pubblica dopo che ha raccolto dati ed elementi per stabilire quella che è necessaria". A sottolinearlo sul palco di Fratelli d'Italia di Atreju, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. "Quando invece si va in controtendenza, - ha aggiunto il governatore -, cioè quando si dà troppo spazio all'auto-committenza, si ingenerano meccanismi che indeboliscono il sistema, che portano diseguaglianza e che poi creano un danno alla salute dei cittadini perché la prestazione che chiedi non ce l'hai mai vicino a te, e un'altra prestazione magari puoi trovarla fuori regione".
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