Marche

Legambiente Marche, 'più prevenzione, riuso e riciclo'

Chiusura del ciclo con termovalorizzazione significa retrocedere

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 20 DIC - "Il Piano regionale dei rifiuti intende giustamente superare lo stallo in cui la nostra Regione è finita negli ultimi anni e assolvere agli adempimenti normativi comunitari e nazionali, ma lo fa usando uno strumento sbagliato, la termovalorizzazione". E' quanto dichiara Marco Ciarulli, Presidente di Legambiente Marche presentando le osservazioni al Pinao regionale. Secondo Ciarulli "è innegabile che la Regione Marche debba chiudere il proprio ciclo dei rifiuti, ma la gestione va affrontata a monte, dalla prevenzione, al riuso al riciclo e non a valle (termovalorizzazione). Solo dopo aver vagliato tutte le opzioni realizzabili, come accade in altre Regioni d'Italia, possiamo lavorare sulla chiusura del ciclo dei rifiuti urbani, che va appunto intesa come opzione finale o residuale, non centrale".
    Nelle Marche - informa Legambiente - si producono circa 760mila tonnellate di rifiuti urbani, il 72% di questi rifiuti va incontro a raccolta differenziata, ma questa percentuale non rappresenta l'effettivo riciclo dei rifiuti urbani poiché all'interno di questa raccolta differenziata ci sono impurità che abbassano notevolmente l'effettivo riciclo di quello che viene raccolto separatamente, arrivando a dover smaltire in discarica circa il 50% dei rifiuti urbani prodotti". La ricetta di Legambiente per migliorare questi numeri e raggiungere gli obbiettivi comunitari parte dal modello Maceratese, fino ad arrivare a sistemi di gestione più avanzati di altre Regioni.
    "Nelle Marche il primo passo virtuoso nella gestione dei rifiuti è stato realizzato più di dieci anni fa con lo spegnimento del termovalorizzatore e l'avvio del modello di raccolta Porta a Porta per tutta la Provincia di Macerata, affiancata da un'autosufficienza impiantistica - prosegue Ciarulli -, oggi questo modello va sicuramente implementato, come indica lo stesso Piano Regionale, esportando il Porta a Porta in tutta la regione, ma ad esso vanno affiancate strategie di prevenzione e riciclo necessarie per abbattere il volume dei rifiuti destinati allo smaltimento, a partire dagli impianti per il riciclo del rifiuto organico, fino agli impianti utili per il riciclo di tutte quelle frazioni che ad oggi continuiamo a smaltire, come i prodotti assorbenti per la persona.
    Inoltre al Porta a Porta va affiancato - osserva Legambiente - un sistema di tariffazione puntuale che, possa aumentare la qualità della raccolta differenziata e premiare i cittadini che conferiscono meno rifiuti. Solo aggredendo le impurità della raccolta differenziata e sequestrando dall'indifferenziato tutta la materia effettivamente riciclabile possiamo diventare un modello più sostenibile, ambientalmente ed economicamente. E solamente dopo aver fatto tutto questo, possiamo ragionare sulla chiusura del ciclo dei rifiuti, ammesso che restino volumi tali da giustificare la realizzazione di un termovalorizzatore".
    (ANSA).
   

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