Marche

Latini, a Osimo 'candidato unico centrodestra con spalle grosse'

"La città merita una rivoluzione come abbiamo fatto tanti fa"

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 11 MAR - "Mi batto perché il candidato sia uno soltanto, in grado di affrontare in questo momento, la difficile condizione di essere punto di riferimento: un amministratore che non si dimette dopo cinque mesi, con spalle grosse, maturità, esperienza". Così, a margine di una seduta del Consiglio Regionali, il presidente dell'Assemblea Dino Latini ha risposto a una domanda dei giornalisti a proposito delle indiscrezioni su una sua disponibilità a candidarsi a sindaco di Osimo.
    Occorre, ha aggiunto, una persona in grado di affrontare questa situazione "molto difficile" del Comune di Osimo che "merita un grandissimo rilancio, merita una rivoluzione. Ci vuole la forza di poterla fare - ha detto ancora Latini richiamandosi ai propri mandati da sindaco - come noi l'abbiamo fatto tanti anni fa, modificando il panorama della città con una serie di modifiche rivoluzionarie che ancora oggi sono alle fondamenta della tenuta della città stessa".
    Latini considera che il "tema di fondo" sia la necessità di "un punto di riferimento, quello che ho chiamato federatore"; una questione, "già emersa e che di fatto non assegna le responsabilità solo a noi. La difficoltà di trovare un accordo fra tante parti, è evidente. Quindi non è più la questione di chi ha fatto cadere l'amministrazione Pirani che si è dimesso senza che nessuno l'abbia fatto cadere". "La difficoltà di trovare un suo successore come candidato testimonia che le difficoltà - ha proseguito Latini - non erano in capo solo a una parte, ma che sostanzialmente non c'era un accordo di base. Io, attraverso l'insegnamento di Moro - ha sottolineato a margine della conferenza stampa sul ventennale dell'Associazione culturale Aldo Moro di Loreto - dico che bisogna credere innanzitutto nel programma, a livello amministrativo, e poi nel progetto. Se questi siano condivisibili è chiaro che emergono anche le persone che si possono mettere al servizio. Se si parte all'opposto e poi diventano sabbie mobili. Occorre lavorare su un progetto, su un programma, che si ha la certezza di essere il proprio e che in realtà poi non è condiviso". (ANSA).
   

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