Marche

Via libera del Consiglio regionale al Rendiconto Marche 2023

Acquaroli, "azione coraggiosa su riforma sanità e su fondi Ue"

Redazione Ansa

(ANSA) - ANCONA, 12 NOV - "Un risultato di amministrazione di 797,096 milioni di euro, entrate di competenza accertate pari a 5,594 miliardi e impegni di spesa per 5,521 miliardi". Sono alcune cifre del "Rendiconto generale della Regione per l'anno 2023". Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato a maggioranza la proposta di legge, a iniziativa della Giunta regionale.
    L'esame in Aula del provvedimento, composto di 15 articoli e oltre 70 allegati, è seguito al Giudizio di parificazione della Corte dei conti, comunicato in udienza il 26 settembre scorso.
    Nell'articolato sono rinvenibili il bilancio consolidato e il documento contabile che presenta i risultati finanziari, economici e patrimoniali conseguiti nel corso dell'esercizio: si registra un risultato di amministrazione di 797,096 milioni di euro, entrate di competenza accertate pari a 5,594 miliardi e impegni di spesa per 5,521 miliardi. Relatrici del provvedimento in Aula le consigliere Jessica Marcozzi (FI), per la maggioranza, e Marta Ruggeri (M5s), per la minoranza.
    Un ampio il dibattito ha preceduto la votazione finale della proposta di legge e i singoli articoli. Respinto un ordine del giorno, ad iniziativa del gruppo Pd, in cui si chiedeva di uniformare l'azione di Governo regionale alle indicazioni della Corte dei Conti. A fine seduta l'intervento del presidente della Regione Francesco Acquaroli che ha replicato alle forti critiche di Pd e M5s. Il presidente ha premesso, citando la parifica ottenuta dalla Corte dei Conti, una "certificazione importante".
    Acquaroli ha rivendicato il lavoro fatto sulla sanità dal 2020, con la riforma delle aziende sanitarie, "senza nascondersi dietro l'emergenza pandemia" e facendolo in un "momento non tra i più propizi, con il superamento del modello ospedale unico per tenere più servizi più sul territorio". Il presidente ha confermato il sostegno a una "sanità a trazione pubblica" e sottolineato il "coraggio" della Regione nella gestione dei fondi della programmazione europea con la politica di "cofinanziamento" per un effetto leva sulle risorse. Acquaroli ha sottolineato come le varie azioni della giunta, dalla sanità all'internazionalizzazione fino all'accesso al credito non producano risultati nell'immediato ma a medio e lungo termine.
    Inoltre, il presidente ha contestato il dato citato dal consigliere regionale Romano Carancini di un "-41% di export", ribadendo: "a noi risulta -2%, fatta salva la questione farmaceutica, un dato in linea con il dato nazionale". La replica del governatore ha toccato anche il capitolo aeroporto preso di mira dalle opposizioni: nello scalo di Ancona-Falconara, "da tre anni i passeggeri sono raddoppiati e se non faremo il record assoluto ci andremo vicino"; Acquaroli ha rimarcato come proprio la "filiera istituzionale tanto vituperata ci dà la possibilità di avere la continuità territoriale" per Roma, Milano e Napoli. Quanto al prossimo nuovo bando per la continuità territoriale, Il presidente ha auspicato la possibilità di "restituire il volo bi-giornaliero su Roma".
    In chiusura d'intervento Acquaroli, in materia di Atim, ha sottolineato che "trasparenza e legalità sono fari fondamentali per chi amministra: noi abbiamo istituito con legge l'Atim e ne sono fiero e orgoglioso perché dotare la Regione di un'Agenzia per l'internazionalizzazione e il turismo è un fattore positivo e che deve operare bene". Su "affidi sotto soglia", contestati dalle opposizioni, Acquaroli ha osseravto: "non sono una parolaccia ma una possibilità: di per sè non sono illegittimi a meno che non sono messo a conoscenza di qualcosa che devo verificare". "Voi avete la possibilità di accedere agli atti: - ha detto alle opposizioni - io ho chiesto una commissione che verificasse gli atti e, per primo, voglio che siano verificati". "Non è vero che c'è la questione controllore e controllato - ha ribattuto - La Commissione, composta da più persone, deve verificare gli atti precedenti alla nomina della dirigente, che controllerà atti di altri, e fare una relazione di cui ne sono responsabili. Pensate che i dirigenti siano in malafede? Ditecelo, dobbiamo fare chiarezza.
    No a illazione per denigrare e diffamare". (ANSA).
   

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