Molise

In Molise vota 41% comuni,test a Campobasso e Termoli

Chiamati alle urne 177mila cittadini, molti residenti all'estero

Comunali Campobasso

Redazione Ansa

Per le elezioni comunali di sabato e domenica in Molise va alle urne quasi la metà dei comuni della regione, per l'esattezza 56 centri su 136 (pari a poco più del 41 per cento). In regione per le Comunali gli aventi diritto al voto sono complessivamente 177.175, ma tra questi sono molti i residenti all'estero. I riflettori sono puntati sulle città, vanno infatti al voto sia il capoluogo Campobasso che Termoli, i due centri più popolosi della regione.

E' qui che c'è la posta in gioco più alta per la politica regionale.

Campobasso è stata guidata negli ultimi cinque anni da un monocolore 5 Stelle e stavolta il Movimento si presenta invece nella coalizione progressista, insieme al Pd, mentre il centrodestra si gioca la partita per tentare di riconquistare il capoluogo dove non amministra da dieci anni. Anche quello di Termoli è un test significativo perché è la città dove fino allo scorso anno era sindaco l'attuale presidente della Regione Francesco Roberti: il centrodestra punta alla riconferma e si presenta compatto mentre il centrosinistra non ha trovato unità ed è in corsa con cinque diversi candidati.

Non solo le città: vanno alle urne, oltre a tanti piccoli paesi, anche centri demograficamente più rilevanti come Campomarino, Santa Croce di Magliano, San Martino in Pensilis, Riccia, Trivento, Petacciato, Ripalimosani, Frosolone e Pozzilli. Sono tutti Comuni che vanno al voto per la scadenza del mandato di cinque anni con due sole eccezioni, Petacciato e Pozzilli, comuni che avevano rinnovato le amministrazioni locali rispettivamente nel 2022 e nel 2020, ma che tornano nei seggi perché i loro sindaci, Roberto Di Pardo e Stefania Passarelli sono stati intanto eletti consiglieri regionali. E' accaduto lo stesso anche a Campobasso e Termoli, con Roberto Gravina e Francesco Roberti, ma in questi due casi il loro mandato era alla fine e dunque non si vota in anticipo: le città - guidate intanto nell'ultimo anno dai rispettivi vicesindaci - tornano alle urne alla scadenza naturale del mandato. 

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