Molise

Sanità, patto Asl Chieti-Unich e Fimmg per rientro da perdite

Spesa sostenibile senza intaccare qualità e quantità assistenza

Redazione Ansa

(ANSA) - CHIETI, 18 GIU - Ricondurre la spesa entro i limiti della sostenibilità senza intaccare l'assistenza in termini di qualità e quantità. È il senso del patto a tre fra l'Asl di Lanciano Vasto Chieti, l'Università "D'Annunzio" e la Fimmg, un "messaggio, forte e inedito", arrivato oggi dalla conferenza stampa a cui hanno preso parte il direttore generale della Asl Thomas Schael, il rettore Liborio Stuppia e il segretario regionale della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale Mauro Petrucci. Cinque le azioni proposte, e condivise da rappresentanti della componente ospedaliera e territoriale, per recuperare almeno 20 milioni di perdita entro fine anno: aumento delle entrate, trasformazione digitale, ottimizzazione dei servizi e interventi sull'appropriatezza in più fronti, quali spesa per i farmaci, per i dispositivi e la specialistica ambulatoriale.
    "Siamo concentrati sulla buona gestione, tutti, e tutti dalla stessa parte, come dimostra la presenze qui oggi di tutto il Collegio di Direzione - ha detto Schael - Le azioni contenute nel Piano sono state condivise, e siamo convinti di aver imboccato un percorso fattibile, che incide sugli sprechi e sull'inappropriatezza, mai sull'assistenza. Entrare nel rapporto tra domanda e offerta non vuol dire tagliare, ma garantire la disponibilità di prestazioni e servizi secondo il bisogno reale delle persone. Abbiamo avviato un percorso virtuoso di ottimizzazione del nostro intero apparato, che per avere successo ha bisogno di coesione. E mai come in questa circostanza il nostro corpo professionale è unito nel perseguire l'obiettivo della copertura del disavanzo che è al tempo stesso occasione per fare una sanità più efficiente". Stuppia ha evidenziato che l'ateneo "aderisce con grande convinzione a questo programma, che ci consegna un business plan interessante in vista di una possibile istituzione di Azienda ospedaliera universitaria. Partecipiamo muovendoci su due direttrici, a partire dal reclutamento di professionisti, orientato alle necessità assistenziali più che alla ricerca. Avere meno scienziati non significa venir meno a una nostra attività core, ma in questa fase dobbiamo concentrarci sull'assistenza che serve ai nostri reparti. E poi l'acquisto di strumentazioni e tecnologie ci permetterà di offrire ai pazienti terapie personalizzate, somministrate in base al genoma, evitando il ricorso a farmaci inefficaci e contribuendo alla riduzione degli sprechi". Per Petrucci "è importante che ciascuno faccia la sua parte e sono certo - ha detto - che i colleghi non si sentiranno penalizzati né sminuiti, perché siamo stati coinvolti e considerati interlocutori". (ANSA).
   

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