(dell'inviato Mattia Bernardo Bagnoli)
(ANSA) - KIEV, 02 OTT - Il Consiglio Affari Esteri
dell'Unione Europea per la prima volta nella storia si tiene in
trasferta, per l'occasione a Kiev, e questo in sé viene
descritto come "un fatto storico". La presenza è il messaggio.
Di sostegno, qualunque cosa accada. "Siamo qui per mostrare che
l'Ucraina fa parte della famiglia europea e che la sosterremo
nel suo cammino verso l'Ue", nota ad esempio la francese
Catherine Colonna.
Anche Roma è pronta a fare la sua parte. Antonio Tajani, a
quattr'occhi con il presidente Volodymyr Zelensky, ha assicurato
che la difesa dell'Ucraina sarà la priorità del G7 italiano e
che si sta lavorando "all'ottavo pacchetto di armi" da inviare a
Kiev. "Vediamo quello che possiamo dare - ha spiegato il
titolare della Farnesina - gli ucraini sono sempre interessati
alla difesa aerea. Nella lista non ci sono solo armi letali,
servono anche i cappotti ad esempio o i visori notturni. Per noi
la linea guida è sempre nulla che vada oltre la frontiera".
Ma lo stop agli aiuti deciso dagli Usa - per quanto
probabilmente temporaneo - ha gettato innegabilmente un'ombra
oscura sui lavori del Consiglio. Così come la vittoria di Robert
Fico in Slovacchia. Il primo ad affrontare l'elefante nella
stanza è stato il padrone di casa, Dmytro Kuleba, capo della
democrazia ucraina. "Io credo che a Washington ci sia stato un
incidente sullo sfondo dei negoziati per lo shutdown: gli Usa
sanno che la guerra in Ucraina non è solo una faccenda interna
ma ha ricadute sul mondo intero, siamo già in contatto con
democratici e repubblicani per trovare una soluzione". L'alto
rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, dopo
essersi dichiarato "sorpreso" per quanto accaduto al Congresso
americano, ha voluto concentrare l'attenzione sulla prova di
unità mostrata dai 27 (in realtà 24, dato che mancavano i
ministri di Ungheria, Lettonia e Polonia). L'Ue, è stata la sua
posizione, sta facendo molto per l'Ucraina e continua a farlo.
"Non vedo alcuno Stato membro vacillare", ha garantito Borrell,
negando di vedere un rischio che Slovacchia e Ungheria possano
bloccare gli aiuti militari dell'Europa. E se gli Stati Uniti
ridurranno l'impegno, è il suo pensiero riferito da un membro
dell'entourage, l'Ue dovrà "considerare l'opzione di
compensare". Ed qui che iniziano i problemi. Tra i corridoi del
grand hotel di Kiev dove si è tenuto il semi-vertice (oltre a
Zelensky c'era anche il commissario all'Allargamento Oliver
Varhely) serpeggiava una certa preoccupazione. "Se gli Usa si
smarcano il conflitto resterà e assumerà una dimensione
interamente europea", ha confidato un'alta fonte diplomatica.
"Ma l'Europa non avrà né i mezzi né la capacità di sostituire
gli Usa". Mosca, dal canto suo, si sfrega le mani. La stanchezza
occidentale verso il conflitto ucraino "crescerà" portando alla
"frammentazione delle élite politiche", ha dichiarato il
Cremlino, benché non reputi al momento "plausibile" il ritiro
americano dalla scena. Però per la prima volta lo spettro è
stato evocato. E i 27 lo hanno registrato, così come hanno
registrato l'ansia di Kiev al riguardo. "La vittoria dipende
dalla nostra cooperazione", ha notato Zelensky parlando ai
ministri, mentre dall'altra parte dell'Oceano Biden sta cercando
di correre ai ripari: già domani, secondo quanto riferito da
Bloomberg, intenderebbe chiamare gli alleati per rassicurarli
sul prosieguo del sostegno americano all'Ucraina. "Se Putin
pensa di durare più a lungo di noi si sbaglia", ha commentato in
serata la Casa Bianca. Il Consiglio Ue era informale, quindi non
erano previste misure concrete. Borrell ha ricordato che la sua
proposta di un piano specifico per l'Ucraina da 20 miliardi in 4
anni nel quadro dello European Peace Facility è al momento "allo
studio", partendo da 5 miliardi da stanziare nel 2024; sul
fronte dell'ingresso nell'Unione di Kiev si riscontra poi una
"vigorosa apertura" al tavolo dei ministri e la possibilità
"concreta" che i negoziati si aprano davvero entro il 2024,
nonostante la minacciata opposizione dell'Ungheria. "Siamo
favorevoli e siamo pronti ad aiutare l'Ucraina concretamente
perché si allineai all'aquis europeo", ha dichiarato Tajani
annunciando l'accordo per la ricostruzione della cattedrale di
Odessa da parte dell'Italia e un impegno a mettere la formula di
pace di Zelensky "al centro della sua presidenza del G7".
"Ringrazio l'Italia, il governo e il primo ministro per il
sostegno politico al nostro Paese in tutte le questioni", ha
risposto il presidente ucraino. (ANSA).
L'Ue unita a Kiev, Roma lavora al nuovo pacchetto armi
Ma pesa l'ombra del disimpegno Usa. Mosca:'L'Occidente è stanco'