(ANSA) - UDINE, 09 FEB - Nell'area strategica dei Balcani
occidentali, l'Italia, per ritagliarsi uno spazio significativo
dal punto di vista economico e imprenditoriale, deve fare sempre
più rete e agire come sistema Paese, evitando di farsi
schiacciare da competitor che stanno diventando sistemici, come
Russia e Cina. E le imprese italiane e del Fvg che puntano a
quest'area devono essere supportate soprattutto in termini di
sicurezza del business e degli investimenti, anche alla luce dei
profondi mutamenti geopolitici in atto.
Relatori sono stati Marco Ferruzzi Balbi, presidente del Club
Atlantico Triveneto, Fabrizio Luciolli, presidente del Comitato
Atlantico Italiano e consulente senior del ministero della
Difesa, e Arduino Paniccia, presidente della Scuola di guerra
economica e competizione internazionale di Venezia.
"I Balcani sono un crocevia dove arrivano instabilità
provenienti da diverse direttrici, alimentate da forti interessi
di rivali sistemici come Russia e Cina - ha esordito Luciolli -
e di recente anche la Turchia, che non rispettando le regole
dell'Ue per i diritti dei lavoratori, le libertà civili e
democratiche riescono a trarre vantaggi economici stringendo
alleanze con alcuni leader locali, come è avvenuto in Serbia, o
come avverrà probabilmente nel Nord Macedonia il 24 maggio, e
questo rischia anche di rallentare o far regredire quel processo
di integrazione europea di quegli stessi Paesi". L'Italia,
secondo Luciolli, "è al centro di questa dinamica e ha un
interesse importante affinché i Balcani occidentali siano
stabili". Anche l'Ue, ha detto l'esperto, "ha riacceso la sua
attenzione verso l'area ed è stata di recente sia a Skopje, sia
a Sarajevo, per rilanciare la prospettiva di una candidatura
all'adesione di questi Paesi e creare un mercato regionale che
possa poi integrarsi con quello europeo". Un processo finanziato
con fondi ingenti, ha rimarcato, perché si parla di 6 miliardi
da erogare globalmente, di cui 2 miliardi disponibili
nell'immediato.
È stato poi Ferruzzi Balbi, a illustrare gli obiettivi
dell'associazione non profit, il primo dei quali è supportare le
imprese sul piano della sicurezza. "Se voglio aprire uno
stabilimento a Belgrado devo fare un piano per la sicurezza
secondo i nostri standard - ha spiegato - e parlo di safety, ma
anche di cybersecurity per i dati e di garanzie per il business.
Noi possiamo fare per l'impresa un documento di valutazione
rischio Paese da persone esperte in loco e questo è un grande
vantaggio".
Arduino Paniccia ha sottolineato che "per l'area balcanica
serve una nuova strategia, prima di tutto europea. L'Ue e la
Nato restano dei pilastri difensivi, ma per poter contrastare
l'avanzata economica della componente filorussa e filocinese,
dobbiamo noi stessi creare, partendo dal ruolo centrale di
Udine, del Fvg e del Nordest, una strategia che parta dalle
sinergie concrete tra imprenditori. Per affrontare una guerra
economica che continuerà senza esclusione di colpi, dobbiamo
riscoprire però alcune parole chiave: razionalità, alleanze,
Realpolitik, assetto strategico". (ANSA).
Esperti, Balcani strategici ma Italia e Fvg devono fare sistema
Confronto a Udine con il Comitato Atlantico