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Macron, 'l'Ue ha bisogno di una Serbia forte e democratica'

Presidente a Politika,'su Kosovo serve coraggio per compromesso'

Redazione Ansa

(ANSA) - BELGRADO, 29 AGO - Per il presidente francese Emmanuel Macron, atteso oggi in visita ufficiale a Belgrado, l'Unione europea e i suoi stati membri hanno bisogno di una Serbia forte e democratica, e la Serbia ha bisogno di una Ue forte e sovrana che difenda e promuova i suoi interessi, nel rispetto della sua identità.
    In un lungo articolo apparso oggi sull'autorevole quotidiano belgradese Politika, Macron afferma che "la Serbia ha un ruolo chiave nell'ambito di una Unione europea allargata e rafforzata". "Sono onorato di giungere in Serbia su invito del presidente Vucic, dopo la prima visita di cinque anni fa, con l'ambizione di riannodare i fili di una vecchia amicizia" fra i nostri popoli, ha scritto Macron nel suo contributo, sottolineando la calda accoglienza tributatagli nel corso della sua precedente visita del luglio 2019. Da allora, ha osservato, i rapporti tra Serbia e Francia, l'interscambio e la partnership "si sono ulteriormente sviluppati".
    "La Serbia, naturalmente, appartiene all'Europa per la sua geografia ma ancor più le appartiene per la sua storia, la storia di un popolo fiero che ha una forte identità alla quale non ha mai rinunciato", ha affermato il presidente francese, che ha fatto poi riferimento all'intervento armato di Mosca in Ucraina e alla necessità di un fronte unico contro la Russia. Si pone, ha osservato, la questione su quale "tipo di società vorranno vivere in futuro i nostri giovani". "E su ciò non ho alcun dubbio, i giovani in Serbia avranno la stessa risposta dei giovani in Francia". A suo dire, "per i cittadini francesi, come per i cittadini degli altri Paesi membri e per quelli della Serbia, la Ue è e resta uno dei più solidi argini contro populismo, demagogia e estremismo, come pure uno spazio unico di prosperità economica". Macron ha quindi ribadito il suo impegno alla soluzione della crisi del Kosovo, con l'attuazione dell'accordo di Ohrid e la rapida creazione della comunità delle municipalità a maggioranza serba in Kosovo. E come nel 2019, ha ribadito l'importanza di mostrare "il necessario coraggio di pervenire a un compromesso". Una normalizzazione della situazione, ha osservato, che preveda "la possibilità per i serbi di vivere in Kosovo nel rispetto delle leggi ma senza rinunciare alla propria identità né ai propri legami naturali con la Serbia, nel rispetto sul mantenimento del patrimonio culturale e religioso serbo" (ANSA).
   

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