(ANSA) - TRIESTE, 03 LUG - "Sappiamo molto, quasi tutto di
quanto è successo in quel pomeriggio del 24 maggio 2014, abbiamo
una verità giudiziaria. Manca invece ancora il riconoscimento e
la sanzione" per i colpevoli delll'attacco a fuoco lanciato
dalle forze armate ucraine "contro fotografi e giornalisti
inermi".
La questione dell'uccisione di Rocchelli e Mironov rimane di
forte attualità, ha ricordato Signori, in particolare in un
contesto di crescenti attacchi ai giornalisti in zone di guerra,
anche nella Striscia di Gaza. Signori ha anche criticato
l'atteggiamento "auto-assolutorio" tenuto dalle autorità ucraine
durante i procedimenti giudiziari per il caso Rocchelli.
"L'impunità va combattuta", ha sottolineato poi Signori e "le
autorità italiane devono esigere verità e giustizia" da Kiev sul
caso Rocchelli, è stato l'appello della madre di Andy. "Noi la
verità l'abbiamo, ma non c'è la giustizia", ha detto da parte
sua il padre, Rino Rocchelli.
La magistratura italiana ha esaminato il caso Rocchelli in un
processo in tre gradi a carico di un miliziano della guardia
nazionale ucraina, Vitaly Markiv. Dopo una condanna a 24 anni
comminata in primo grado, la Corte d'appello ha concluso con
un'assoluzione per un vizio di forma relativo ad alcune
testimonianze nel processo di primo grado e la Cassazione ha
confermato tale conclusione. Ma le stesse motivazioni del primo
e secondo grado di giudizio sono state concordi nell'indicare
che si è trattato di un "crimine di guerra" con responsabilità
nell'esercito e nella guardia nazionale ucraina i responsabili
dell'uccisione, ha ricordato la presidente del Comitato, Laura
Boldrini. (ANSA).
Madre Rocchelli, c'è verità giudiziaria, ma serve sanzione
Oggi all'audizione alla Camera su morte fotografo nel Donbass