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Kosovo, coro di critiche a intervento polizia nel nord

Ue e Usa a Pristina, 'azioni non coordinate alimentano tensioni'

Redazione Ansa

(ANSA) - BELGRADO, 31 AGO - Coro di critiche da parte dell'intera comunità internazionale all'operazione della polizia kosovara, intervenuta ieri nel nord del Kosovo con la chiusura di uffici e sedi di istituzioni serbe accusate di attività illegale. Nei quattro maggiori Comuni a maggioranza di popolazione serba - Zvecan, Zubin Potok, Leposavic e il settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica - la situazione era stamane calma ma carica di tensione, e il timore è che possa esplodere la protesta popolare con nuovi scontri e incidenti come quelli della primavera 2023.
    Accanto alla ferma condanna dell'operazione di polizia giunta dalla dirigenza di Belgrado, che parla apertamente di 'terrorismo' e 'pulizia etnica' ad opera del governo di Albin Kurti, si registrano prese di posizione unanimi e di forte critica verso Pristina dall'intero spettro della comunità internazionale, a cominciare da Ue e Usa. La delegazione dell'Unione europea a Pristina si è detta delusa e preoccupata per il protrarsi di azioni da parte di Pristina non coordinate con i rappresentanti della comunità internazionali. Analoga la reazione del sottosegretario di stato Usa per Europa e Eurasia James O'Brien, che ha rivolto un accorato appello al premier kosovaro Albin Kurti a porre fine alle "azioni non coordinate con i partner internazionali", che "incidono negativamente sul nostro partenariato". Condanna dell'operazione di polizia al nord è giunta dalle ambasciate a Pristina di Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania, secondo le quali tali azioni repressive mettono in pericolo la normale vita quotidiana della popolazione serba in Kosovo, alimentano nuove tensioni e ostacolano il processo di dialogo per la normalizzazione dei rapporti tra Belgrado e Pristina.
    Per oggi è in programma una riunione chiesta da Srpska Lista, il maggior partito politico della comunità serba in Kosovo, con gli ambasciatori dei Paesi del Quint - Usa, Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia. Condanna dell'operazione di polizia di ieri è giunta dal presidente serbo Aleksandar Vucic che, in un colloquio oggi con l'inviato speciale Ue Miroslav Lajcak a Praga dove partecipa al Forum Globsec, ha detto che Belgrado "non consentità una politica di terrore contro il popolo serbo". Con il palpabile aumento della tensione interetnica è stata notevolmente rafforzata la presenza di truppe Kfor al ponte principale sul fiume Ibar che separa i settori nord (serbo) e sud (albanese) a Kosovska Mitrovica. Alle pattuglie dei carabinieri italiani, che presidiano tradizionalmente il ponte, si sono aggiunti stamani reparti del contingente ceco della Kfor. Eulex, la missione civile europea in Kosovo, ha detto di monitorare la situazione sulla base del suo mandato. Reparti della polizia kosovara intanto restano a presidiare le sedi e gli uffici serbi chiusi ieri, come pure le strade e i punti nevralgici dei quattro Comuni serbi del nord. S Sono almeno cinque le strutture serbe prese di mira ieri dalla polizia, accusate di rilasciare documentazione illegittima e di esercitare attività illegali, in contrasto con la legislazione del Kosovo. Si tratta di istituzioni socio-sanitarie - un ufficio del lavoro, la sede di un fondo pensione e altri uffici pubblici nei quattro Comuni del nord - che Pristina considera strutture parallele gestite dall'amministrazione di Belgrado.
    Per la dirigenza serba si tratta invece di una rete amministrativa cruciale per la vita quotidiana della locale popolazione serba, e che dovrebbero fungere da base per la creazione della Comunità delle municipalità serbe in Kosovo.
    (ANSA).
   

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