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Balcani: esperti, una miccia pronta ad accendersi

A un convegno a Trieste. "L'Europa sostenga il cambiamento"

Redazione Ansa

(di Valeria Pace) (ANSA) - TRIESTE, 29 FEB - I Balcani "sono di nuovo una miccia, dove si continua a fomentare una cultura della violenza e del nazionalismo che trova il suo punto più alto nella glorificazione del genocidio" e dove la situazione "è ancora più complessa che negli anni 90" e per questo l'Europa deve impegnarsi "a sostenere le forze del cambiamento nella regione".
    Questo è lo scenario che è stato presentato a un convegno organizzato dal Club geopolitica Trieste e dal Centro culturale Veritas all'Università di Trieste da Francesco Ronchi, docente di Relazioni internazionali alla Columbia University di New York e funzionario europeo, che si è occupato del tema in quanto incaricato delle attività a sostegno della democrazia nei Balcani dal Parlamento europeo e ha di recente scritto un libro "La scomparsa dei Balcani" edito da Rubbettino.
    Un'interpretazione che ha trovato eco nelle parole di Laris Gaiser, consigliere politico del comandante della Kosovo Force dall'ottobre 2022 a ottobre 2023, un "annus horribilis dal punto di vista della destabilizzazione del Kosovo" culminato in scontri nella primavera '23 in cui 93 persone sono rimaste ferite gravemente, tra cui anche soldati italiani impegnati nella missione di peacekeeping. "La missione italiana - ha ricordato - è riuscita a prevenire per tre volte nuovi scontri che potevano sfociare in una guerra civile con la capacità di destabilizzare tutta l'area". Un'area che per Gaiser ormai è diventata ampissima: "I Balcani vanno da Trieste a Mariupol", ha ripetuto più volte. Dunque Gaiser ha espresso l'auspicio che "l'Italia finalmente lavori sul lungo termine sui Balcani" dato che "l'attuale governo ha detto di ritenerli una priorità".
    Dai Balcani passa anche un collegamento con il conflitto a Gaza e le tensioni nel Mar Rosso, ha sottolineato Federico Donelli, docente nel dipartimento di Scienze politiche all'Università di Trieste. "I bombardamenti Houthi implicano che il traffico commerciale non scorra più lungo il Mediterraneo, cosa che rischia di spegnere l'economia e pone i Balcani a rischio spillover", ha spiegato Donelli. Il concatenamento dei conflitti per il docente, è dimostrato anche dal nuovo ruolo che sta assumendo la Turchia, ora a capo della missione Nato Kfor, nella regione. "I Paesi europei hanno dimostrato di non potere o volersi assumere la responsabilità di garantire la sicurezza nel Mediterraneo e dunque la Turchia si sta prendendo questo ruolo", ha evidenziato.
    Un monito sui rischi di 'balcanizzazione' che corre l'Europa è giunto da Paolo Rumiz, scrittore e giornalista triestino, con particolare riferimento alla sospensione di Schengen che prevede "controlli alla frontiera" che "non servono assolutamente a respingere nessuno" ma "a riabituarci all'idea di nazione".
    In chiusura, l'organizzatore dell'evento, padre Luciano Larivera ha sottolineato con una battuta ("Se ci dimentichiamo dei Balcani, loro non si dimenticano di noi") che l'Europa "non può mettere la testa sotto la sabbia" rispetto a queste tensioni: "I Balcani sono a casa nostra, anche per i flussi migratori e la criminalità transnazionale e per il fatto che la loro complessità ci richiama a quella del mondo in cui siamo inseriti: siamo tutti collegati", ha concluso. (ANSA).
   

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