(ANSA) - ZAGABRIA, 28 MAG - La Croazia, dove il 9 giugno si
tengono per la terza volta le elezioni europee dall'ingresso del
Paese in Ue nel luglio 2013, eleggerà i suoi dodici eurodeputati
in un clima di fatica elettorale, dato che il 17 aprile scorso
si sono tenute le elezioni politiche con la vittoria dei
conservatori di Andrej Plenković. La prima fase della campagna
elettorale è stata oscurata dai difficili e controversi
negoziati per la formazione del terzo governo di Plenković, che
è leader dell'Unione democratica croata (Hdz), parte del Partito
popolare europeo (Ppe). Per restare al potere l'Hdz ha dovuto
aprire le porte dell'esecutivo alla destra nazionalista e
sovranista del Movimento patriottico che ha chiesto una serie di
misure demografiche molto conservatrici, limitazioni dei diritti
Lgbt e l'esclusione della minoranza serba dalla maggioranza e
dal governo, per la prima volta in più di vent'anni. Solo da
pochi giorni le tematiche europee iniziano a profilarsi sulla
scena pubblica, con al centro il premier Plenković che ha deciso
di essere lui stesso il capolista del suo partito, rompendo la
tradizione secondo cui i leader dei partiti nazionali non si
candidano per l'Europarlamento. In questo modo il primo ministro
vuole massimizzare il risultato, contando sulla sua popolarità
confermata ad aprile alle urne, ricordano a tutti che sotto la
sua guida, moderata, centrista ed europeista, la Croazia il
primo gennaio del 2023 è entrata nell'area Schengen ed ha
adottato l'euro. Inoltre, Plenković rimane fermamente sulla
linea degli aiuti e al sostegno all'Ucraina, come anche contro
il riconoscimento della Palestina che ritiene "precoce in questo
momento, dato che per arrivare a tal punto bisogna avere una
soluzione a due Stati concordata tra le due parti". La
candidatura di Plenković lascia però aperta l'ipotesi, che
circola da mesi in ambienti di Bruxelles, secondo cui in autunno
potrebbe assumere una delle tre cariche più importanti nell'Ue,
forse quella di presidente della Commissione europea. Il premier
non ha mai escluso esplicitamente questa possibilità. Per ora la
tattica dell'Hdz sembra funzionare dato che il partito è stimato
dai sondaggi al 30 per cento e cinque seggi europei, uno in più
rispetto a cinque anni fa. Il Partito socialdemocratico (Sdp),
della famiglia del Pse, è dato ai 25 punti percentuali, stesso
livello delle elezioni parlamentari, che si tramuterebbero in
quattro eurodeputati. A superare lo sbarramento del cinque per
cento dovrebbero essere anche i Verdi di Možemo! (Possiamo!) con
la base elettorale concentrata a Zagabria, e che vengono dati al
10 per cento e un seggio. I sovranisti del Movimento patriottico
dal canto loro vedono erodere il loro consenso elettorale, ora
intorno al sette per cento, dopo che sono entrati nel governo
del loro tradizionale avversario Plenković - un esecutivo più
spostato a destra, ma pur sempre su una linea europeista. Sotto
il cinque per cento resterebbero i liberali e i centristi, oltre
a vari partiti minori di destra. (ANSA).
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