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Storico, armistizio russo-ucraino solo dopo elezioni Usa

Graziosi: 'Destre in Ue esprimono insoddisfazione vera'

Redazione Ansa

(ANSA) - UDINE, 14 GIU - "Gli attori del conflitto russo-ucraino al momento sono entrambi esauriti, mi pare probabile che si possa arrivare a un armistizio, ma forse questo non accadrà prima delle elezioni americane: il risultato influenzerà il tipo di armistizio che potrà essere realizzato".
    Lo ha detto ieri lo storico e docente Andrea Graziosi nella sua lectio magistralis sulle conseguenze della Guerra Fredda all'incontro "Commemorating the Cold War in Europe - Sulle tracce della Guerra Fredda in Europa", 2/a edizione del Forum internazionale in corso a Udine dal 13 al 15 giugno, con alcuni tra i più autorevoli esperti sul tema e con la direzione scientifica di Tommaso Piffer, docente all'ateneo di Udine.
    "Il peso vero della Guerra Fredda oggi si sente in Russia - ha sottolineato Graziosi - mentre l'Ucraina rappresenta, invece, il tentativo di uscire da questo retaggio del passato, e infatti una parte crescente della popolazione ha una sensibilità filo Ue e dell'Europa ha già adottato lo stile di vita". Al contrario, la "Russia soffre una grande delusione per la perdita dello status di superpotenza - ha evidenziato - ma quello status non esiste più e la Russia non ha speranza di poterlo recuperare".
    Graziosi si è poi soffermato sui risultati delle elezioni europee. "Le forze politiche di estrema destra che emergono in Europa - ha evidenziato - sono partiti che esprimono una insoddisfazione vera, e questo va riconosciuto, ma non hanno alcun programma per migliorare, anzi quello che esprimono porta a un peggioramento generale". "La Guerra Fredda, infatti, pesa anche sulla politica attuale di diversi Paesi dell'Ue, come la Polonia, la Germania e l'Ungheria", ha proseguito lo storico.
    "Guardiamo ad esempio ai risultati delle elezioni europee in Germania, soprattutto nell'ex Repubblica democratica tedesca - ha precisato - dove si registra una preponderanza dei voti di chi non è contento di niente ed è anche contrario a uno stile di vita al quale è arrivato tardi e dal quale si sente infine escluso". "Alcuni di questi Paesi - ha proseguito Graziosi - sono entrati nell'Occidente quando quest'ultimo era già in crisi: gli è andata meglio di prima, ma non hanno trovato quello che speravano. Dunque - ha concluso - la delusione e la rabbia, in questi Paesi, si trasforma spesso in un voto di rifiuto. E questo preoccupa - ha aggiunto - perché c'è in gioco il futuro dell'Europa".
    Ieri al forum, che prosegue fino a domani, è intervenuto anche lo storico statunitense Mark Kramer, direttore del Centro Studi sulla Guerra Fredda di Harvard University. Ricordando la progettualità triennale del Forum, Kramer ha annunciato in prospettiva l'organizzazione stabile di una Summer School dedicata a questi temi, a Udine. "Quando auspicabilmente - ha detto - la guerra in Europa sarà conclusa e potremo proporci di esplorare le problematiche durature che toccano le relazioni internazionali fra Paesi del mondo, incluse le guerre". (ANSA).
   

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