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>ANSA-FOCUS/La ricerca teme il rischio di ingerenze cinesi

Asse Mur-Palazzo Chigi, alert per tutelare attività degli atenei

Redazione Ansa

(di Valentina Roncati) (ANSA) - ROMA, 06 NOV - Tutelare le attività e i progetti di ricerca, per garantire una solida cornice di sicurezza rispetto a intrusioni straniere, essenziale per offrire affidabilità ai partner scientifici e rispondere ad una necessità fortemente avvertita anche all'interno dello stesso sistema della ricerca.
    Questo l'obiettivo che si propone il 'Piano d'azione nazionale per tutelare l'università e la ricerca italiana dalle ingerenze straniere' che sarà presentato domani a Palazzo Chigi.
    L'intento del governo è fermare sul nascere le intromissioni dei paesi stranieri nei nostri atenei. Il principale sospettato è la Cina ma sul banco degli imputati ci sono anche la Russia e l'Iran; ora l'arrivo di Trump alla Casa Bianca rischia di rendere tutto il quadro ancora più instabile.
    Brevetti, licenze tecnologiche, scoperte scientifiche, sperimentazioni, tutto è potenzialmente a rischio: nei mesi scorsi la Germania ha lanciato un allarme che tuttavia risale a molto tempo fa.
    Già nel 2022 , infatti, il Copasir aveva ascoltato in audizione l'allora ministro dell'Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, con la quale aveva approfondito proprio il tema della tutela del sistema dell'università e della ricerca quale asset strategico per il Paese "e potenziale oggetto di ingerenza da parte di attori statuali stranieri". Questo aspetto, del resto, era stato già evidenziato nella Relazione annuale al Parlamento sull'attività del Comitato. Nel documento si sottolineava il "crescente l'interesse da parte di attori statuali stranieri, in particolare cinesi, nei confronti del mondo accademico italiano, in special modo per quegli ambiti nei quali più avanzata risulta l'attività di ricerca. Diverse sono le modalità con le quali viene instaurato tale rapporto. Talvolta si tratta di legami tra Università italiane e istituti per la diffusione della cultura del Paese straniero interessato. In altri casi si traduce nella costituzione di accordi di collaborazione tra aziende straniere, spesso sottoposte al controllo statale, e atenei italiani. A fronte del finanziamento delle attività di ricerca erogato da parte del partner privato, ci si espone al concreto rischio di una sottrazione di tecnologia e know how".
    Il ministero dell'Università, che da tempo lavora sul tema, ha progettato un sistema di alert che punta a scovare intrusioni sospette. Di questo ed altro parleranno domani il ministro dell'Università e della ricerca Anna Maria Bernini, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il presidente della Crui Giovanna Iannantuoni e il presidente della Conper (Consulta nazionale dei presidenti degli Enti di ricerca) Antonio Zoccoli. La presentazione del piano ha avuto una accelerazione inaspettata. Si va - spiegano fonti dell'Esecutivo - nella direzione indicata dalla raccomandazione adottata a maggio dal Consiglio europeo, relativa al rafforzamento della sicurezza della ricerca, per affrontare i rischi derivanti dalla cooperazione internazionale, connessi a trasferimento indesiderato di conoscenze, ingerenze straniere e violazioni dell'etica o dell'integrità. Il piano d'azione viene paragonato allo strumento del golden power, i poteri speciali che ora il governo può esercitare sul fronte dell'innovazione prodotta dalle aziende, per tutelare l'interesse nazionale.
    (ANSA).
   

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