(ANSA) - ROMA, 21 LUG - Cambiare nazionalità per poter
partecipare ai Giochi olimpici o ad altri grandi eventi sportivi
è stata una pratica molto adoperata in passato e spesso anche
con grande gratificazione per chi c'è riuscito, ma di recente le
regole in materia sono state rese molto più stringenti. In una
società golbalizzata e multietnica, lo sport è specchio degli
enormi cambiamenti in corso ma ha anche delle regole per evitare
una deriva scorretta: le federazioni, e in primis il Cio, hanno
così inasprito i requisiti per cambiare nazionalità, la
procedura si è fatta più lenta e controllata, mettendo in ansia
chi l'aveva avviata sperando di poter partecipare con una nuova
nazionalità a Parigi 2024.
Sette atleti di diverse discipline sono stati tra gli ultimi
ad ottenere il via libera per la modifica della nazionalità
sportiva, promossi dal Comitato esecutivo riunitosi a Losanna.
Non a caso, due di loro sono russi - la nuotatrice Anastasiia
Kirpichnikova, diventata atleta della Francia, e il lottatore
Aleksandr Komarov, ora serbo -, che al contrario di gran parte
dei loro ex connazionali sottoposti al veto per la guerra in
Ucraina potranno gareggiare a Parigi. Kirpichnikova da quasi un
anno aveva ottenuto la cittadinanza francese ed aspettava con
ansia quella sportiva, così come Komarov, sposato con una serba,
che da serbo ha vinto un oro europeo nella lotta greco romana a
Bucarest 2024.
Gli altri promossi al vaglio sono il lottatore Chahrazed
Ayachi (passato dalla Francia alla Tunisia), la ciclista Rachel
Neylan (dall'Australia all'Irlanda, le nuotatrici Lisa Pou
(dalla Francia a Monaco) e Levenia Sim (dagli Usa a Singapore) e
la ginnasta Ingrid Simao Souto Maior (dal Brasile al
Portogallo). In precedenza, sempre nel 2024, aveva avuto l'ok
un'altra ginnasta Georgia-Rose Brown (dall'Australia ala Nuova
Zelanda). Un traguardo sospirato, dato che permetterà loro di
fare parte dei circa 10.500 eletti che gareggeranno a Parigi.
In passato i criteri erano ben più permissivi e alcuni atleti
avviavano senza troppi problemi il processo di acquisizione
della doppia nazionalità per aumentare le proprie possibilità di
partecipare ai giochi olimpici o semplicemente per ottenere
maggiore successo, e anche guadagni, in un altro Paese. Ora una
federazione può richiedere cambi di nazionalità per due atleti
all'anno per disciplina e il Cio li può approvare, sempre che ci
sia il consenso del Paese d'origine, prima dei Giochi. Non
importa se un atleta ha vinto medaglie per un Paese e poi
intende rappresentarne un altro e la storia dello sport è piena
di esempi, a volte clamorosi. Vari anni fa, così, la Iaaf, ora
World Athletics, decise di riformare le norme sulla
naturalizzazione degli atleti andando in soccorso soprattutto ai
Paesi africani, che vedevano tanti loro talenti trasferirsi
almeno come bandiera nei Paesi del Golfo e in Turchia. RI
(ANSA).
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Tanti paletti e poche concessioni dal Comitato olimpico