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Parigi: ecco l'Italvolley di Velasco, 'non sogni ma testa'

Il ct delle donne: conta solo il qui e ora,che energia i giovani

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 26 LUG - Julio Velasco ha di nuovo gli occhi di tigre. Il 'guru' della pallavolo azzurra si è rimesso in gioco a 30 anni dalla sua nazionale di fenomeni, l'Italia di Lucchetta, Zorzi, Cantagalli, Bernardi e tanti altri campioni.
    Ai Giochi di Parigi, il tecnico argentino adottato dall'Italia rientra con l'Italovlley femminile, ma non vuol sentir parlare di "sogno": per rompere il tabù dell'oro, mai vinto da una disciplina pure dominante nel mondo, l'unico modo è vivere il "qui e ora" La terza vita agonistica di Velasco e' fatta della gioia di "lavorare con i giovani, sono vitali e allegri", ma è chiaro che passo dopo passo l'obiettivo agonistico e' tutto. Il ct delle azzurre ripete da giorni gli stessi concetti, pubblicamente ai media e privatamente alla squadra. Quasi fosse un mantra.
    "Motivare la squadra ora non serve. La priorità è quella di combattere l'ansia e i dubbi, se ci riusciamo faremo bene" continua a ribadire a due giorni dall'esordio della sua nazionale nel girone olimpico di Parigi contro la Repubblica Domenicana. Poi Olanda e Turchia, ma la mente "deve restare al qui e ora". Vietato pensare al domani o al passato. Per questo il ct dell'Italdonne cerca di evitare di sognare.
    "Io non ricordo nemmeno quelli che faccio di notte e ad occhi aperti non sogno perché significherebbe proiettarsi in avanti - spiega -. Cerco di combattere la mia stessa mente".
    Velasco, però, va contro anche le etichette che la sua Italia si è guadagnata vincendo la Nations League. E quella di favorita proprio non gli piace. "Mi dà fastidio - racconta - Ho già vissuto tutto questo e dico che conviene perdere prima delle Olimpiadi. Invece siccome abbiamo vinto la Nations League allora adesso dobbiamo vincere l'oro. Ma non è così. Mancini dopo l'europeo di calcio vinto doveva vincere il mondiale e non siamo nemmeno andati. Djokovic a Tokyo doveva vincere l'oro nel tempo libero e non ha preso nemmeno il bronzo...Quanti altri ne volete di esempi".
    Per questo Velasco cerca di non lasciare nulla al caso.
    Niente alloggio al villaggio olimpico (sarebbe stato troppo scomodo per gli spostamenti) e nemmeno la partecipazione alla cerimonia d'apertura per evitare di disperdere tante energie a poco meno di 48 ore dall'esordio. Gli allenamenti, inoltre, si fanno al mattino presto per imitare il game day visto che si giocherà la mattina alle 9 e "servirà musica heavy metal per svegliarci", scherza il ct. Uno che sa quali corde toccare in questi appuntamenti. Ha guidato la "Generazione dei fenomeni" in cima al mondo, sfiorando però solamente il titolo olimpico. Ad Atlanta nel '96 conquistò l'argento e 28 anni dopo ci riproverà a Parigi a prendersi quell'oro sfumato ma guidando la nazionale femminile. "Ed è un privilegio essere sempre qui e soprattutto è un privilegio lavorare con i giovani che sono vitali e allegri, ci trasmettono questo -le sue parole - É vero che i tempi cambiano che cambia tutto ma i giovani non sono diversi, il mondo è diverso e loro si adattano". E la squadra dovrà abituarsi anche alle pressioni, ma la capitana azzurra, Anna Danesi, non ha dubbi: "Non ci danno fastidio, siamo abituate a giocare così. Poi se non ne hai qui che è un'Olimpiade quando? Ci fa piacere averle. Significa che la gente ha aspettative, é uno stimolo". Poi riprendere le parole del ct: "Noi siamo focalizzate sul qui e ora". Certo poi l'oro "resta un sogno che è sempre lì, da tanti anni..." (ANSA).
   

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