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Boxe azzurra preoccupata, Carini: 'Decide il Cio, io mi adeguo'

L'azzurra domani sul ring contro l'algerina Khelif, è polemica

Redazione Ansa

"Io devo adeguarmi a quello che ha deciso il Cio, quindi domani andrò sul ring e darò tutta me stessa".

E' il pensiero di Angela Carini, 25enne napoletana che domani alle 12.20, in un match della categoria 66 kg, dovrà vedersela con l'algerina Imane Khelif, al centro di varie polemiche fra controlli sul testosterone a cura del Cio e i test dell'Iba sul Dna, che l'anno scorso evidenziarono cromosomi XY nell'organismo della nordafricana.

Dall'entourage della nazionale di pugilato filtra anche preoccupazione per quanto potrà succedere, mentre il presidente della Fpi Flavio D'Ambrosi preferisce affidarsi "a un silenzio istituzionale".

 "Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell'evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell'equa competizione dal punto di vista agonistico. Domani, per Angela Carini non sarà così".

Lo dice il ministro per lo sport Andrea Abodi, parlando dell'incontro della pugilatrice italiana domani contro l'algerina Imane Khelif, i cui test del dna hanno evidenziato la presenza di cromosomi XY, tipici del sesso biologico maschile.

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Parigi: il caso Imane Khelif

 

"Quello delle atlete e degli atleti transgender è un tema che va ricondotto alla categoria del rispetto in tutte le sue forme, ma dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall'agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza - ha proseguito Abodi -. È del tutto evidente che la dimensione dell'identità di genere in ambito agonistico pone il problema delle pari opportunità o delle stesse opportunità; non a caso, tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un'interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili". 
   

 

 "Il Coni si è attivato con il Comitato olimpico internazionale affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari". La nota del comitato olimpico italiano, senza alcun riferimento esplicito, arriva dopo le polemiche sulla partecipazione al torneo olimpico di pugilato di Imane Khelif, algerina con livelli di testosterone troppo alti per una donna. Khelif, che era stata esclusa per questo dalla finale dei Mondiali ma e' stata ammessa ai Giochi, dovra' affrontare domani l'azzurra Angela Carini nella categoria pesi welter.

 

Rampelli, domani vedremo un uomo picchiare una donna

"Fermo restando il rispetto per tutti gli orientamenti sessuali, disconoscere le differenze biologiche tra un uomo e una donna è cosa priva di qualsiasi fondamento scientifico. Basta guardare la massa muscolare di un fisico maschile e quella femminile per rendersene conto. Far combattere sul ring due sportivi di sesso diverso è un attentato alla sicurezza delle donne.

Apprendere che un ragazzo si scontrerà con la nostra atleta Angela Carini ci lascia sgomenti e preoccupati. La stessa ideologia paradossale che assilla la nostra società vedendo patriarcato in ogni gesto o frase, talvolta del tutto normali, ci porta oggi a dover accettare che un uomo biologico picchi una donna in mondovisione perché, nella 'gerarchia woke' il trans batte la donna.

Il CIO ha deciso di ignorare sia la voce della scienza che ci dice che il pugno di un uomo ha il 160% della potenza in più rispetto a quello di una donna, sia la voce di una precedente avversaria di Khelif, che ha dichiarato di non aver mai sofferto tali colpi in 13 anni di carriera da professionista e di sentirsi fortunata per non aver subito traumi gravi durante l'incontro.

Questo evento manda un messaggio orribile e mette in condizioni di pericolo e difficoltà la donna in quanto tale, a cominciare dalla nostra pugilessa: se passerà infatti il concetto dell'equiparazione universale, anche fisica, tra uomo e donna, verrà meno uno dei principi che inibiscono in partenza l'uso della violenza sulla donna. La vigliaccheria nell'approfittarsi di un evidente squilibrio fisico a suo svantaggio. Dobbiamo liberare il Cio e lo sport da personaggi così accecati dall'ideologia".

E' quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d'Italia commentando l'annuncio dell'ammissione di Imane Khelif, transessuale algerino, nelle gare di pugilato delle Olimpiadi di Parigi in corso.

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